A guardarsi intorno c'è poca consolazione che tenga. La gioia di una Juve che va al massimo - e che contro l'Atletico ha saputo dispiegare pure le ali del bel gioco - non può essere totale perché non arriva nella totalità dei componenti. C'è un grosso neo ed è ben in vista: si tratta di Ronaldo. Della sua inconcludenza e della totale incapacità di essere parte di un collettivo che macina risultati, che produce sentenze di campo. Quasi esclusivamente positive. 

CHE SUCCEDE? - Non è stato sostituito, ma l'avrebbe certamente meritato anche questa sera. Ronaldo allo Stadium è stato più pallido dei riflettori: e se Dybala ha brillato e fatto brillare, CR7 è rimasto l'unico ad aver smarrito pure l'interruttore della semplicità. E' naturale, figuriamoci per un giocatore costantemente sotto gli obblighi e gli oneri dei fuoriclasse. E' scontato, ancor di più dopo una settimana solo di parole e di pochissimi fatti - quasi tutti extra campo. Intanto, di Cristiano, del vero Cristiano, solo l'ombra. Quella che in campo non riesce neanche a superare il diretto avversario. E che toglie incredibilmente spazio a un Higuain in forma smagliante. 

Sarri: 'Ronaldo sta bene, tornava anche a difendere. Dybala? Un fuoriclasse'
IL PUBBLICO - La sensazione è che Sarri se ne stia lavando le mani, che pensi prima di tutto all'equilibrio della squadra: ma non solo quello relativo al terreno di gioco, bensì al quieto vivere che tanto piace e che tanto bene sta facendo a questa formazione. E allora va bene tutto, finché si vince e se si continua a farlo. Va bene anche lasciarlo in condizioni precarie alla ricerca del gol, magari per sbloccarlo mentalmente in attesa che le gambe facciano il resto. Consapevoli, tutti, che però questo sia il peggior momento di Ronaldo da quand'è alla Juve. A credere in lui è rimasto solo il pubblico: l'ha incitato dal primo all'ultimo, e quando tutto sembrava andare per il verso contrario ha alzato i decibel e urlato più forte. "Cristiano, Cristiano, Cristiano": nella sua teatralità di smorfie e fraintendimenti, CR7 ha alzato lo sguardo al cielo e un po' ha trovato conforto. Che è qualcosa. Ma che, nella settimana dell'assegnazione del Pallone d'Oro, resta un bottino magrissimo.