E' la foto della serata. Potenzialmente è candidabile a immagine della stagione. Nel buio della nuova sala dei trofei, una luce accompagna John Elkann e Massimiliano Allegri. Non guardano alle loro spalle, dove c'è la Champions League del 1996. Lo sguardo è rivolto davanti a loro, un paio di passi e la bacheca presenta il conto dei ricordi: lì sono conservati i nove scudetti di fila. Lì c'è la traccia dell'epopea juventina, e in buona parte anche di Allegri. Lì c'è il senso del ritorno in panchina di Max. E della sua permanenza all'apparenza mai in discussione. Non ci vuole granché a sbrogliare il simbolismo: la Juventus è stata qualcosa di unico nel suo genere. Come ogni fenomeno è destinato a perdere consistenza. Come ogni ciclo: una volta chiuso, può solo ripetersi. 

Elkann: 'Speriamo che Allegri continui a riempire la sala dei trofei. Nel derby c'è stato grande entusiasmo' VIDEO
IL PATTO - Poche parole, che hanno udito solo e soltanto loro. Un breve colloquio prima di addentrarsi nella mostra, poi Allegri ed Elkann hanno preso strade condivise, seppur a distanza. Il numero uno di Exor ha inaugurato il muro delle foto della mostra "JuventUS". Poi è toccato al presidente Ferrero. Poi a Scanavino, quindi a Max, aiutato proprio dall'ad e braccio destro dell'Ingegnere. Il feeling c'è: si percepisce anche senza coltivare i retroscena. E la vittoria nel derby ha alimentato questo clima di serenità che può diventare la nuova forza della Juventus. Senza aspettarsi nulla, l'obiettivo è riprendersi tutto. Verosimilmente, è stato pure il succo del discorso tra il numero uno del club e il numero uno del campo. 

GUARDANDO LO SCUDETTO - Così, un'immagine di una serata di celebrazione si fa istantanea potente del momento della Juventus. Tutto è tra le mani e le scelte di Allegri, e la società ha dato altra prova di fiducia formale. E Max è sembrato proprio a casa sua, tra la sua gente. Ché abituati alla solitudine della panchina e delle interviste, spesso si commette l'errore di trascurare l'umanità e i rapporti: restano alla base di tutto, invece. Come la voglia di tornare al vertice, guardando ciò che è stato e facendo spazio per ciò che sarà. Elkann e Allegri guardano le coppe, e in particolare gli scudetti. Ma non è un passo indietro: sembra il ritorno alla normalità.