Il giudice per le indagini preliminari di Torino, Antonio Borretta, descrive i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann come capaci di sottrarre al fisco ingenti somme del proprio patrimonio, motivando il sequestro preventivo di conti correnti e depositi titoli per 74,8 milioni di euro, somma che non sarebbe stata versata al fisco tra il 2015 e il 2019. Coinvolti anche il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert von Gruenigen, accusati di aver collaborato con gli Elkann nel presunto schema di elusione fiscale.

Secondo l'accusa, dal 2010 i fratelli Elkann avrebbero attuato una strategia sistematica per occultare redditi da investimenti esteri attraverso conti offshore e trust nelle Bahamas. Il gip condivide l'ipotesi di frode fiscale e vede il rischio di dispersione dei beni in caso di condanna, giustificando così il sequestro per evitare che il patrimonio venga trasferito all'estero e reso inaccessibile. Lo racconta il Corriere della Sera.