Ai microfoni di Palla al centro, su Rai Radio 1, è intervenuto Andrea D'Amico, ex agente del centrocampista della Juve Nicolò Fagioli. Di seguito le sue dichiarazioni.

SQUALIFICA - "Provo un grande dispiacere per la vicenda che ha travolto Nicolò e la sua famiglia, perché è un bravissimo ragazzo, mite, semplice, molto chiuso e riservato. Forse anche questo suo carattere gli ha fatto vivere dentro questo terremoto che aveva dentro di sé e non confidava a nessuno. Forse, indirettamente, bisogna ringraziare anche Fabrizio Corona, se non avesse tirato fuori tutto questo marcio, chissà quando sarebbe uscito e con quale esito. Come in natura, per rinascere bisogna prima morire, come l'araba fenice e penso che Nicolò possa veramente rinascere, levandosi quei demoni che lo hanno tormentato finora".

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NESSUN SEGNALE - "Non ho mai avuto il sentore che questo fosse il problema. Ho sempre detto ai ragazzi quello che devono o non dovevano fare. A volte viene data colpa alla famiglia o agli agenti, ma dobbiamo essere anche obiettivi: oggi come oggi, con la facilità tecnologica, se un ragazzo vuole scommettere può farlo in qualsiasi momento della giornata. La questione del controllo è ridicola, non è che uno possa star loro vicino come fossero bebè, questi ragazzi hanno una propria vita".

PROBLEMA SCOMMESSE - "Non dobbiamo essere ipocriti, il problema scommesse esiste. Negli ultimi anni c'è stato un bombardamento assoluto a livello subliminale di quello che è il business delle scommesse, Questi ragazzi sono bombardati da messaggi tecnologici, telefonici, televisivi. La ludopatia è un problema sociale generalizzato, che colpisce giovani e vecchi, famosi e non".

PUNTATE SUL CALCIO - "Sono d'accordo ed è giusto che si debba pagare. Però è vero il fatto che questo non è un piano razionale. Se qualcuno ha un disagio come la ludopatia, non si trova in uno stato razionale, è come se si avesse un demone che comanda il tuo cervello. Il sistema calcio deve preservare un prodotto che viene venduto e quindi deve preservare la sua credibilità, la sua integrità e la sua onestà".

RUOLO DEI PROCURATORI - "Siamo sempre stati vicini alla vita dei giocatori, anche dal punto di vista umano e familiare. Poi ovviamente c'è caso e caso, come in tutti gli ambiti. Troppo semplicistico generalizzare così. Quando prendi un ragazzo a 15 anni, non sei solo un agente che pensa il contratto, diventa il suo consigliere e amico. Ma non è detto che ti dica tutto, ogni caso è diverso. Dico sempre ai miei ragazzi: avete tanto libero e tanta pressione per la maglia che indossate, ma investite bene il vostro tempo libero".

ONDA LUNGA? - "Probabilmente sì, se lo hanno detto non sono cose inventate. Spero serva da monito per chi già lo fa e non lo farà più".