SIGNIFICATO - "C’era sempre una tensione incredibile, anche tra i tifosi. E’ stato un derby nazionale, o meglio lo è diventato in quegli anni. Prima si parlava quasi solo delle sfide tra Juve contro Torino, Milan o Inter. La Roma in quegli anni ha meritato di giocarsela alla pari con la squadra più forte. Non è stata sempre la partita più importante o comunque quella decisiva per vincere lo scudetto. A parte nel 1981".
GOL DI TURONE - "Certo, è stato uno scandalo. Quello non fu uno scudetto perso, ma tolto. Non ho mai visto in vita mia una cosa del genere. Quando Di Bartolomei ha alzato la palla, alle spalle di Gentile, per Pruzzo che ha colpito di testa io sono arrivato in velocità e non sono riuscito ad arrivare il pallone. Vuol dire che ero dietro la linea, non ero in fuorigioco. Turone tanto meno visto che veniva ancora più da dietro".
RIVINCITA AL COMUNALE - "Un bel ricordo, ma la vera prova che eravamo più forti è arrivata circa 15 giorni dopo quando in coppa Italia abbiamo eliminato in semifinale proprio la Juve a Torino vincendo 0-1 con gol di Ancelotti. Per noi era importante dimostrare che meritavamo lo scudetto, è il mio ricordo più bello contro la Juventus. Poi in finale abbiamo battuto il Torino ai rigori".
CHI AVREBBE VOLUTO - "Senza dubbio Marco Tardelli. Oggi tutti parlano di box to box come se fosse un qualcosa di moderno, ma non è vero niente. Tardelli ti arrivava davanti con molta facilità pur partendo da dietro. Come facevano pure Matthaus e Cerezo. Marco era un giocatore di grande rendimento. Ce ne erano tanti forti ma se ne devo scegliere uno mi prendo lui".