Ciro Ferrara si racconta. A Repubblica, l'ex difensore della Juventus, ha parlato così: "Tanti problemi. Il terrore di fallire, alcune scelte sbagliate, una condizione fisica un po' così e una realtà che prima o poi tocca a tutti: i cicli finiscono. Più stavi in alto, più fai fatica a risalire".

DERBY - "Allegri dice che non è un ritiro punitivo ma tutti i ritiri lo sono, altrimenti che ci vai a fare? Se i giocatori hanno davvero chiesto di ridurlo di una notte, hanno sbagliato. Il Toro è sempre una grana. Per il campionato la vedo dura, ancora peggio in Champions, ovviamente, e penso che alla fine pagherà l'allenatore perché è l'unico che si può mandare via. A Max non lo auguro, è un amico, però se leggi la classifica e vedi dov'è la Juventus, dici: no! Pure lo stadio è mezzo vuoto".

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AGNELLI - "Allora mi sa che sono stato l'ultimo, ed eravamo quinti e ancora nelle Coppe. Chi prese il mio posto arrivò settimo, e pure quello dell'anno dopo è arrivato settimo. Vabbuò".

QUALITA' - "Un discorso più ampio che non riguarda solo i bianconeri. Oggi in Italia può venire Di Maria, non certo Haaland. Grande, Di Maria, ma anche lui in fase discendente. La Juve è una squadra bloccata, intimorita, con qualche giocatore non all'altezza. Ma Andrea è stato coraggioso a dire quelle cose, ha dato un'indicazione".

CASSANO - "Ci ho pensato molto, ma lui aveva offeso i miei compagni e Diego. Ho risposto solo per rispetto nei loro confronti".

ALLENATORE - "Sono caduto da molto alto e mi sono fatto più male. L'esperienza alla Juve mi ha bruciato, e ancora oggi mi feriscono certi giudizi cattivi. Però non ero più io, tornavo a casa sempre arrabbiato, forse trasmettevo la mia tensione alla squadra. A un certo punto ho capito che quella fame non mi apparteneva e che non avrei ricominciato a qualunque costo".

IRONIA - "La mia cifra è l'ironia, e ancora di più l'autoironia. Mi è sempre piaciuto prendermi in giro, me l'hanno insegnato il gruppo e lo spogliatoio. A volte una battuta può essere più utile di mille discussioni. Come quando Moggi venne al campo d'allenamento con Giraudo e Bettega, noi in quel momento non stavamo andando benissimo, così il direttore chiese al povero Gian Piero Ventrone cosa stesse accadendo. Gianpi rispose: "Stiamo mettendo la benzina nel motore". Allora io mi alzai e dissi "Ehi, prof, non è che ci stai mettendo gasolio?" Poi, per carità, anche incazzarsi di brutto può servire".