La reazione di Italiano e del gruppo alle parole di Commisso? “Il gruppo è unitissimo, consapevole della propria forza indipendentemente da Vlahovic. Oggi Biraghi ha parlato a lungo con il presidente e lo ha ribadito. Italiano è intelligente e bravo, ha capito che ci siamo trovati in una situazione in cui era impossibile dire di no. Capiamo i sentimenti dei tifosi, ma ci sono delle circostanze che ci mettono in condizione di essere non dico prigionieri ma quasi. Non potevamo permetterci assolutamente di perdere Vlahovic a parametro zero”.
L’obiettivo in campionato è cambiato? “Noi per raggiungere degli obiettivi tecnici non possiamo fare affidamento solo su un calciatore. Abbiamo preso Ikoné, Piatek, Cabral perché non vogliamo assolutamente perdere la nostra ambizione sportiva, anzi la vogliamo aumentare. Vlahovic è un caso che rientra nell’attualità del calcio. Ho letto che Commisso con Chiesa e Vlahovic si è ripagato l’acquisto della società. Sì, è vero che noi abbiamo incassato tanti soldi, ma questo parte da lontano. Chiesa era un bambino e la società, in primis Paulo Sousa, è stata splendida nel valorizzarlo. Poi Vlahovic, complimenti a chi l’ha acquistato ma anche a noi che lo abbiamo voluto tenere e valorizzare con Montella, Prandelli e Iachini. Ce lo siamo detti con Prandelli: questo è il giocatore sul quale puntiamo. Questi due giocatori ci hanno portato 135 milioni, ma con loro quasi 50 calciatori che portano ammortamenti e commissioni. Qualche esempio? Thereau, Rasmussen, Zekhnini, Hanuljak, Hancko, Eysseric. Sono operazioni in uscita che hanno un costo. Quando sono andato via ho lasciato Borja Valero, Kalinic, Cuadrado, Alonso. Le ambizioni rimangono, la proprietà è forte. Spetta a noi mantenerla entusiasta”.