Guido Angelozzi, direttore dell’area tecnica-operativa del Frosinone, si è raccontato in una lunga intervista. L'uomo che ha costruito una squadra che sta facendo miracoli in Serie A ha parlato a Cronache di Spogliatoio, partendo dai colpi dell'estate, come Soulé e Barrenechea, ma anche Ibrahimović, Cuni e Reinier, con i primi due giovani arrivati in prestito dalla Juventus: "Sono scommesse studiate, non è che li prendo a caso dalla strada. Con il mio staff, avevamo recensito Soulé e Barrenechea già in Primavera".

BOLOCA - «Boloca aveva girato con scarso minutaggio tra Slovacchia e serie minori. Un giorno mando un mio collaboratore a vedere Armando Picchi-Fossano. Il lunedì arriva in sede: ‘Direttore, non ha capito che giocatore ho visto, mamma mia quanto è forte’. Gli chiesi dove giocasse, mi rispose nel Fossano. Gli dissi: ‘Ma vattene! Ma vai a quel paese!’. La settimana dopo tornò a vederlo e il lunedì rientro in ufficio: ‘Direttore, sono tornato a Fossano. Troppo forte! Deve vederlo’. E mi mostrò un video: c’era questo ragazzo che prendeva palla e scartava tutti. Gli dissi: ‘Ma questo video è fasullo, è tarocco! Vengo di persona’. Era veramente forte, al terzo tentativo lo presi». Inizialmente per lo Spezia – «dopo il primo allenamento, Italiano e i calciatori erano strabiliati".

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GATTI - "È arrivato con un anno di ritardo perché non potevo presentarmi in B con due calciatori presi dalla D! Aveva lo stesso procuratore di Boloca, gli dissi: ’Trovagli squadra per il prossimo anno, poi lo compro io’. Fece un provino alla Pro Patria e andò bene. A gennaio andai a fare una proposta alla società, ma rifiutarono. Conobbi però Federico per la prima volta dal vivo e fu subito empatia. Alla prima stretta di mano, quasi me la spezza per quanto strinse convinto. Non posso dimenticarlo. Nacque l’empatia che pochi mesi più tardi, quando tutti lo volevano, tra cui la Juventus per la Next Gen, lo portò a scegliere Frosinone".