La Serie A si unisce, in battaglia. La lotta non è solo quella al coronavirus, ma anche ai bilanci e in particolar modo ai diritti tv. Ecco il perché della diatriba aperta con Sky, scatenatasi dopo una lettera inviata dall'emittente tv quaranta minuti prima dell’assemblea di Lega, che ha avuto l'effetto di compattare all’improvviso tutte le molteplici anime del calcio. La richiesta prevedeva di fatto un maxi sconto sulle cifre da devolvere ai club per la produzione delle loro partite, ma visto che i bilanci già vacillano e i conti sono in debito d’ossigeno a causa della crisi da coronavirus, i club si sono uniti: niente sconto, sì alla ripresa. Anzi, secondo il racconto del Corriere della Sera, proprio quelle parole hanno scatenato la furia dei vari presidenti, unanimi nel far riprendere il campionato "qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza". Le perplessità sull’applicabilità del protocollo medico sanitario della Figc è già alle spalle, perché gli accordi economici tra parti vanno rispettati, pena una perdita troppo importante di incassi.  

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LE CIFRE - Come scrive il Corriere, la richiesta di sconti (da ottenere nella prossima stagione) da parte di Sky, Dazn e Img è pari a 455 milioni se il campionato non viene portato a termine o di 200 in caso di conclusione del torneo. La furia, poi, è dovuta al fatto che questa azione sia stata considerata dalla Lega come un tentativo di approfittare della debolezza strutturale del calcio. Sky ha poi spiegato la propria posizione e la volontà di cercare una soluzione utile a tutte le parti. Oggi l'incontro tra il ministro Spadafora e i presidenti alla ricerca delle giuste precauzioni. Dal 4 maggio si pensa di ripartire con gli allenamenti e poi verso fine mese con le gare, ma le prossime ore saranno fondamentali per questa decisione. 

IL RETROSCENA - Secondo il Corriere dello Sport, nell'assemblea di ieri i più infiammati erano De Laurentiis e Lotito, vista la richiesta arrivata a pochi giorni da quel 1° maggio, scadenza per l’ultima rata. Tanto che qualcuno avrebbe voluto addirittura promuovere subito un’azione legale. Come detto in precedenza, in ballo ci sono fino a oltre 400 milioni di euro. Così il quotidiano spiega le cifre: "Sky esplora un doppio scenario. Nel primo, viene calcolato il valore di una singola partita, secondo l’entità del contratto, e viene applicato un taglio del 50% alle 87 gare (solo di Sky) che ancora devono essere disputate. Il risultato è che la serie A incasserebbe 127,5 milioni in meno. Nel secondo, più complicato, perché prevede sia le settimane di sospensione del campionato sia il numero dei turni che verrebbero spostati dal week-end a metà settimana, a cui viene assegnato un valore. Così, se il campionato dovesse ricominciare il 30 maggio, lo sconto arriverebbe a circa 145 milioni. Ovvio che, una volta concesso a Sky, quel taglio, in proporzione, dovrebbe essere concesso pure a Dazn e Img. Tenuto conto che la percentuale oscilla tra il 12 e il 15%, lo sconto complessivo, rispetto all’intera torta di 1,344 miliardi, raggiungerebbe i 200 milioni. A Santa Giulia, peraltro, hanno anche previsto quanto costerebbe non riprendere il campionato: 255 milioni, ovvero l’intero valore delle gare che non verrebbero disputate. Considerando anche Dazn e Img, si arriverebbe a 440 milioni. E’ vero che Sky ha posto come scadenza ultima per la conclusione della serie A il 9 agosto. Ma la sostanza non cambia. Come non cambia il fatto che lo sconto sarebbe applicato solo nella prossima stagione e suddiviso per rata, mentre per quella attuale non ci sarebbero riduzioni e i club incasserebbero l’intera cifra prevista nel contratto". 

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