Massimo Giletti, giornalista e noto tifoso della Juve, ha rilasciato un'intervista a Tuttosport: "D’istinto, mi viene in mente il motto del club: fino alla fine. E fino alla fine, non a caso, è stato aspettato. Per me Giuntoli vale quanto se non più di un bomber di razza: è l’uomo che serviva per uscire da una crisi societaria profonda".
 
PARLA LA STORIA - "Per lui, semplicemente, parla la storia: guardo i fatti e vedo che con il suo lavoro ha portato in Serie A la squadra espressione di un paese di 70mila abitanti. Carpi è una delle sedi della mia azienda di famiglia, quindi ho seguito con affetto quella cavalcata. Ma questo, d’altronde, è il tempo degli stregoni".
 
GIUNTOLI COME UNO 'STREGONE' - "Un dirigente che compie un capolavoro simile è per forza uno stregone. E la Juve, oggi, ne ha tanto bisogno. Il suo ingaggio mi riporta alla mente quello di Marotta e Paratici, prelevati dalla Samp con una scommessa. Dietro la scelta c’è la mano di Elkann, che ha compreso come ci volesse un uomo di calcio in società: ristrutturare il club, in questo momento, è prioritario anche rispetto all’acquisto di nuovi giocatori. Eravamo rimasti all’insegna abbagliante dei nove scudetti di fila, ora siamo scivolati all’inferno: per risalire serve una guida ed è stata trovata". 
 
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ECCO COSA SERVE - "La Juve negli ultimi anni, da Ronaldo in avanti, aveva imboccato la strada opposta, che però non ha pagato. Quindi è logico che adesso intenda rivedere la strategia, a maggior ragione dal momento che lo richiede anche il bilancio. La mia idea è che servano giocatori di personalità, uomini che sappiano prendere per mano la squadra: nello spogliatoio, al momento, solo Danilo ha questa attitudine. Ma, se ripenso alle grandi corazzate bianconere del passato, rivedo tanti giocatori magari non eccelsi e però con qualità mentali straordinarie. Oggi bisogna cercareuomini da Juve prima ancora che giocatori da Juve: servono i Montero, non i Di Maria".

SU ALLEGRI - "La sua conferma rientra a pieno titolo nella discussione sul fatto che le rivoluzioni possano nascere da chi si porta dentro il veleno delle cadute precedenti, in alternativa a una tabula rasa senza la quale non sarebbe davvero rivoluzione. Personalmente credo che, in questo specifico caso, gli vada attribuito l’innegabile merito di aver tenuto in piedi il gruppo nel corso di una stagione a dir poco allucinante. E, poi, avere un uomo che già conosce tutto della Continassa può essere un vantaggio in questa fase»".