PARLA LA STORIA - "Per lui, semplicemente, parla la storia: guardo i fatti e vedo che con il suo lavoro ha portato in Serie A la squadra espressione di un paese di 70mila abitanti. Carpi è una delle sedi della mia azienda di famiglia, quindi ho seguito con affetto quella cavalcata. Ma questo, d’altronde, è il tempo degli stregoni".
GIUNTOLI COME UNO 'STREGONE' - "Un dirigente che compie un capolavoro simile è per forza uno stregone. E la Juve, oggi, ne ha tanto bisogno. Il suo ingaggio mi riporta alla mente quello di Marotta e Paratici, prelevati dalla Samp con una scommessa. Dietro la scelta c’è la mano di Elkann, che ha compreso come ci volesse un uomo di calcio in società: ristrutturare il club, in questo momento, è prioritario anche rispetto all’acquisto di nuovi giocatori. Eravamo rimasti all’insegna abbagliante dei nove scudetti di fila, ora siamo scivolati all’inferno: per risalire serve una guida ed è stata trovata".
SU ALLEGRI - "La sua conferma rientra a pieno titolo nella discussione sul fatto che le rivoluzioni possano nascere da chi si porta dentro il veleno delle cadute precedenti, in alternativa a una tabula rasa senza la quale non sarebbe davvero rivoluzione. Personalmente credo che, in questo specifico caso, gli vada attribuito l’innegabile merito di aver tenuto in piedi il gruppo nel corso di una stagione a dir poco allucinante. E, poi, avere un uomo che già conosce tutto della Continassa può essere un vantaggio in questa fase»".