CAMBIO DI PASSO – Sarebbe però sbagliato non pretendere dalla Juventus una manovra più fluida. Il tasso tecnico della squadra aumenta di stagione in stagione e quest’anno i bianconeri hanno raggiunto il picco massimo (fino ad ora) della qualità il rosa. In mezzo al campo Pjanic è (era, prima dell’infortunio) un centrocampista completo e in grado di prendere finalmente per mano la Vecchia Signora alzandone, appunto, il livello tecnico. Gli esterni hanno goduto dell’arrivo di Douglas Costa e Bernardeschi che dovrebbero portare più velocità ed imprevedibilità ma il vero ago della bilancia in questo momento sembra essere Paulo Dybala. La Juve alza il ritmo e migliora le prestazioni solo se l’argentino è in campo. Senza di lui la Juve non gioca bene e anche con La Joya in campo a volte (vedi il secondo tempo di Bergamo) i bianconeri faticano a proporre gioco. Non chiediamo certo le scintille del Napoli di Sarri o dell’allora Barcellona di Guardiola perché ogni allenatore ha le proprie caratteristiche e difficilmente il tecnico bianconero replicherà a Torino lo spettacolo del San Paolo. Però c’è un’altra frase che Allegri ripete come un mantra quasi in ogni post partita. “La squadra deve giocare bene tecnicamente cercando di essere compatta e giocare sempre di squadra.” Con il gioco, e solo con quello, la Juve riuscirà a colmare quel minimo gap che rimane con le big d’Europa. Concretezza e mentalità ci sono, ora serve solo un ultimo piccolo passo. Allegri a volte lo nasconde ma anche lui sa che i risultati, soprattutto in Europa, dipendono soprattutto dalla qualità.
@lorebetto