JUVE - "Speravo nella chiamata fin dal primo anno, ma sono contenta dell’esperienza a Brescia. Non ho rimpianti e spero che questo matrimonio duri il più a lungo possibile".
CALCIO - "E' sempre stato molto presente, non riesco a immaginarmi senza. Forse avrei seguito la strada di papà: ero iscritta a biotecnologie ma ho scelto di dedicarmi alla mia passione. Nella vita devi fare ciò che ti rende felice".
MONDIALE - "Ha stravolto tutto in senso positivo, ha aperto il portone dei pregiudizi e fatto conoscere il calcio femminile. Ora per strada mi riconoscono e mi offrono cene. Il campionato è più competitivo ma come movimento dobbiamo alimentare questa fiamma e continuare a lottare per i nostri diritti".
DISCRIMINAZIONE - "Mai. È stato tutto molto naturale, mio padre era presidente della squadra del mio paese e io andavo a vedere tutti gli allenamenti. Mi sono sempre trovata a mio agio. Ogni tanto sentivo qualcuno in tribuna che diceva “C’è anche una ragazza”. Il problema è solo degli adulti".
DECENNIO - "Vorrei giocare una finale di Champions. E vincerla".