Cosa c'entra lo stile Juve con le dichiarazioni di Nedved su Marotta (foto Ansa)? Eppoi, cosa si intende per “stile Juve” da parte dei non juventini? Non poter esprimere dei giudizi su nulla e nessuno? Limitarsi a dei commenti piatti, ad una diplomazia che molto spesso sfocia nella falsità?
Ah, sì, le battute pungenti dell'Avvocato, che irritavano mica poco, pure allora, chi le riceveva (vedi Roby Baggio "”oniglio bagnato”, Boniek “bello di notte”, Del Piero “Godot”) o i suoi graffianti aforismi (tipo: “non rispondo a quelli che odiano la Juve perché il loro è un problema psicologico”). Pure in quei casi, ricordo bene, qualcuno aveva da ridire sullo “stile Juve”. Diciamo piuttosto che non lo ho mai gradito nessuno, e la chiudiamo qui.
Appena alla Juve lo hanno scoperto, si sono seccati, reazione del tutto ordinaria. Ditemi, come l'avrebbero presa all'Inter se Ausilio avesse flirtato con Agnelli e, dopo due mesi dall'inizio della stagione, avesse comunicato il suo passaggio alla Juventus? Tutti bravi a parlare, ma avrebbero reagito come Nedved, se non peggio. Osservate solo come ha replicato stizzito, proprio Ausilio, alle rivelazioni di Wanda Nara sulla trattativa Inter-Juve per lo scambio Icardi-Higuain: “Incommentabile, ipotesi folkloristiche alle quali i media danno spazio”. Invece è tutto vero.
Perché, diciamocelo chiaro, in un ambiente come quello del calcio dove il tifo la fa da padrone, il passaggio diretto di un dirigente, così come di un calciatore, dalla Juventus all'Inter (o viceversa) non fa solo tanto rumore, ma produce inevitabili strascichi.
Non c'entra il professionismo, qui in discussione è l'opportunità di un trasferimento del genere. Se ricopro un ruolo strategico in un'azienda come Armani e, ad un certo punto, decido di passare a Valentino, uno dei principali competitor sul mercato, secondo voi come la prenderebbero nella sede della nota maison milanese? Bene?
Ecco perché Nedved ha detto quelle cose su Marotta, e interpretarlo come uno sfogo da tifoso becero significa non aver capito nulla ma ragionare, in questo caso sì, di pancia.
Vero che anche l'attuale vicepresidente juventino, all'epoca, passò dalla Lazio alla Juventus, quando però gli proposero di lasciare Madama per passare proprio all'Inter di Mourinho ringraziò ma rispose di no, nonostante in quegli anni il club nerazzurro fosse uno dei più vincenti in Italia e all'estero. E a quei tempi Nedved era solo un calciatore. Marotta è uno dei migliori manager su piazza prodotti dall'azienda calcio nell'ultimo decennio: fosse passato dalla Juventus alla Figc o in qualche club estero, alla Continassa l'avrebbero presa in un altro modo. Scegliere proprio l'Inter sa di sfida, di dispetto, forse anche di vendetta per qualche incomprensione di troppo e che su ilBiancoNero.com vi avevo già dato conto.
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