La fuga di Cristiano Ronaldo da Torino continua a far discutere. Difficile chiamarla in altro modo: una manciata di ore intercorrono tra l’uscita dal centro sportivo della Continassa, dopo il saluto alla squadra, e il momento in cui ha risalito la scaletta del suo jet privato per l’ultimo volo da Torino e il definitivo addio alla Juventus. In tutto questo, nemmeno un saluto, se non il post social diventato celebre per il “grazzie”. Un’uscita di scena non all’altezza del campione portoghese. E questo è quello che gli contestano due ex bianconeri d’eccezione, intervenuti questa mattina sull’argomento, dalle colonne di Tuttosport.

SERGIO BRIO - "​La Juve merita più rispetto. Non mi aspettavo che CR7 snobbasse così il club bianconero, non è bello da parte sua. Io parlo sempre benissimo delle tre squadre, Pistoiese, Juve e Lecce, in cui ho giocato perché ti hanno preso, coccolato e creduto in te. Per carità, Cristiano resta un grandissimo giocatore e professionista, però l’addio poteva avvenire in un altro modo e con altre parole. ​Probabilmente non si sono lasciati benissimo ma, da ex giocatore, sono convinto che sia stato un bene sia per lui sia per il club - sottolinea Brio -. Se un giocatore è costretto a restare in una squadra c’è il rischio che possa nuocere al gruppo e all’ambiente. L’abbiamo visto con la nostra Nazionale campione d’Europa l’importanza fondamentale del gruppo: se è coeso riesce a fare cose incredibile, se qualcuno rema contro va alla deriva. Nell’ultima stagione Cristiano ha permesso alla Juventus di arrivare in zona Champions, ma le aspettative del club erano superiori: hanno puntato su di lui per vincere la Champions e la Coppa non è arrivata. Probabilmente anche Cristiano si aspettava di avere intorno a sé una squadra di livello superiore".

Non solo Ronaldo, in un anno la Juve ha abbattuto il monte ingaggi. E l'età media sta calando
ALESSIO TACCHINARDI - "Avrebbe dovuto fare un’uscita diversa, non andarsene via con il suo aereo privato mentre Allegri parlava alla vigilia della sfida contro l’Empoli. Mi sarei aspettato una conferenza stampa per salutare i tifosi: il popolo bianconero lo ha osannato, si meritava un saluto diverso. E’ vero che non sono più gli anni delle bandiere, da Del Piero a Totti , da Maldini a Zanetti , però sentirsi dire da Cristiano che sarebbe andato in un posto in cui sentiva come casa sua non è stata una bella immagine. Non ha soltanto giocato per la maglia che indossava, ma anche per la sua multinazionale. E questo ai tifosi non è sfuggito. Ha messo in seria difficoltà la Juventus e la sua strategia sul mercato andandosene a pochi giorni dalla chiusura: sostituire una macchina da gol come Cristiano è impossibile"