L'addio all'Atalanta e una verità da raccontare. Il Papu Gomez svela in una lunga intervista a La Nacion i motivi della sua partenza: “Ho sbagliato qualcosa presumo, perché in una partita di Champions League ho disobbedito ad un’indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e Gasperini mi ha chiesto di spostarmi a destra, mentre io stavo facendo molto bene a sinistra. Ho detto di no. Immagino che l’aver risposto così, a metà gara e davanti alle telecamere, abbia creato la situazione perfetta perché si arrabbiasse. In quel momento ho capito che sarei stato sostituito all’intervallo e così è stato.

AGGREDITO FISICAMENTE - "Negli spogliatoi però lui ha oltrepassato i limiti ed ha cercato di aggredirmi fisicamente. Lì ho detto basta. Si può discutere ok, ma l’aggressione fisica è intollerabile. Ho chiesto quindi un incontro con il presidente Antonio Percassi e gli ho detto che non avrei avuto problemi ad andare avanti. Ho capito di aver sbagliato, che da capitano non mi ero comportato bene e che ero stato un cattivo esempio disobbedendo all’allenatore, ma gli ho anche detto che volevo le scuse di Gasperini”.

L'ex arbitro Calvarese: 'L'ultimo Inter-Juve? Ho arbitrato male. Zero pressioni dai club, ma un fischio sbagliato costa milioni...'
NIENTE SCUSE - “Il giorno dopo c’è stata una riunione con tutta la squadra. Mi sono scusato con l’allenatore e i compagni per l’accaduto, ma non ho ricevuto scuse. Come dovevo intendere la cosa? Io avevo sbagliato e lui aveva fatto una cosa giusta? E’ iniziato tutto da lì".

FUORI ROSA - "Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo più lavorare con Gasperini all’Atalanta. Lui mi ha risposto che non mi avrebbe lasciato andare e quindi è iniziato un braccio di ferro che ho pagato: sono finito fuori rosa". 

PERCASSI - "E’ stato brutto, dopo tutto quello che ho dato per il club. Si sono comportati male. Il presidente non ha avuto le palle di chiedere all’allenatore di scusarsi con me. Così è finito tutto".

NO ALLA SERIE A - "Ma non è tutto, visto che per me si sono anche chiuse le porte del calcio italiano: non volevano cedermi a nessuna big perché dicevano che avrei rafforzato una rivale. Grazie a Dio è arrivato il Siviglia che mi ha permesso di continuare a competere ad alti livelli per poter aspirare alla Copa America. Era quella la mia ossessione”.

I TIFOSI DEVONO SAPERE - “La gente non sa cosa sia successo. Ne sto parlando solo ora. Merita la verità e la merito anche io. Penso che l’intenzione dell’Atalanta fosse quella di dare tutta la colpa a me. In tanti si sono arrabbiati con me perché hanno pensato che volessi andare via, ma non è vero. E’ ora che i tifosi conoscano la verità”.