"Qualcuno l’ha chiamata la grande illusione, qualcun altro la grande speculazione. L’unico dato certo è che la somma dei modi di dire, in qualche caso fin esagerati, alla fine della baraonda ha prodotto un preventivabile zero alla casella Guardiola-Juventus. A Torino è atterrato ed è stato presentato Maurizio Sarri e anche il titolo azionario, negli ultimi giorni, pare essersi stirato come l’abito dell’ex allenatore del Napoli, dopo una scossa rialzista durata circa un mese.
La reazione immediata è stata una pioggia di acquisti sul titolo passato nel giro di poco da 1,44 a 1,50 euro, salvo poi ripiegare nelle ore successive. Ma che si fosse di colpo infiammato l’interesse in Borsa è testimoniato dal numero di pezzi scambiati il 23 maggio: 55 milioni di titoli, contro i 31 milioni del 22 maggio. Quasi il doppio.
Il 1 giugno una testata autorevole in ambito finanziario come il Sole 24 Ore spiegava come l’ingaggio di Guardiola potesse in parte essere pagato dagli sponsor e, per questo, renderlo più plausibile nonostante la cifra monstre. Il 7 giugno anche Quotidiano.net titolava “Juve, c’è l’accordo con Guardiola”.
In quel mese scarso il titolo bianconero ha segnato un rialzo vicino al 25%, con un massimo a 1,61 euro toccato il 13 giugno. Domenica 16 giugno, invece, è stato annunciato ufficialmente Maurizio Sarri e, da lì, le quotazioni hanno ritracciato al ribasso.
Questo è sufficiente per parlare di “aggiotaggio”, termine social-abusato in questo mese di abbaglio quasi collettivo? La risposta, secca, assolutamente NO.
Ormai siamo abituati alla chiacchiera pallonara capace di sconfinare dal prato verde al giuridico-finanziario, con la stessa facilità con cui CR7 salta un uomo, ma non per questo tutto è accettabile.
Fortunatamente esiste un organo regolatore come la Consob che vigila sul funzionamento dei mercati finanziari e su reati come aggiotaggio e insider trading. La disciplina sul Market Abuse è contenuta all’interno di un sistema di regole chiamato MAR.
Quello su cui si può discutere (e qui lo abbiamo già fatto) sono le stesse regole applicate a una materia fumosa e dei sogni come il calcio, mica al settore farmaceutico, petrolifero o bancario.
Gli articoli di Agi, Sole 24 Ore, Quotidiano.Net (e altri) probabilmente non sono stati giudicati abbastanza ricchi di dettagli per spingere a una richiesta ufficiale di comunicazione societaria, semmai solo all’accensione di un cosiddetto “faro”, ma su questo effettivamente dovrebbe essere la Consob a rispondere, dal momento che uno di questi riportava addirittura la data di presentazione dell’allenatore alla stampa.
Evidentemente l’organo presieduto da poco dall’ex ministro Savona non ha riscontrato nessuna anomalia sull’operatività sul titolo Juventus e, di conseguenza, nemmeno l’ufficio che in Consob valuta in tempo reale l’operatività sui titoli alla luce del flusso informativo e giudica se questo è coerente o incoerente. Di solito le indiscrezioni di mercato sono il paradiso dei cosiddetti day-traders che si alimentano di volatilità sui titoli e possono determinare anche forti escursioni. Queste figure si nutrono di rumors, si muovono in tempi brevissimi e sono in grado di sfruttare sapientemente situazioni come quelle che abbiamo descritto sopra, facendo il loro mestiere di speculatori, certo nulla di illegale.
La suggestione collettiva, spinta da più parti, twittata da più parti, è difficile da governare una volta che l’effetto si scatena. E anche individuare chi inizia a comprare un titolo sulla base di un tweet, discernendo da un altro che invece è in possesso di una eventuale informazione privilegiata, non è per nulla semplice quando il volume dei titolo scambiati si quintuplica. Ma le regole sono queste e, se c’è un punto si cui si può discutere, sono le regole stesse e non certo gli effetti.
Dal 14 giugno, quando era chiaro che Sarri sarebbe diventato il nuovo comandante alla Continassa, il titolo è passato da 1,61 fino a 1,45 euro come si vede bene dal grafico:
Nel mezzo certamente qualcuno ha guadagnato parecchio, se ha fatto trading sul titolo. In molti hanno avuto tutto l’interesse a che l’indiscrezione Guardiola continuasse ad autoalimentarsi, a gonfiarsi, senza mai però raggiungere il grado di specificità sufficiente a far intervenire il regolatore dei mercati e, di conseguenza, il club.
Meglio non stupirsi se poi la mole di questi tweet muove i titoli e, di conseguenza, arricchisce chi su quei titoli scommette in un dato periodo (perché bisogna anche saper uscire a tempo debito). La voglia di arrivare primi qualche volta può giocare brutti scherzi.
E il rischio vero è quello di fare, inconsapevolmente, il gioco di quelli che si vorrebbero combattere o additare al grido di un inutile quanto aleatorio “aggiotaggio”. Come successo con Mbappè a gennaio, come con Guardiola a maggio-giugno. Salvo poi partire, successivamente, con il gioco opposto ovvero con una curiosa social-caccia alle streghe, cioè alla ricerca di tutti i giornalisti che sulla questione Guardiola si erano esposti in positivo, avevano paventato, detto, quasi certificato. Con un’inutile e non necessaria operazione di debunking.
L’unico strumento che si ha in mano come categoria, oltre alla penna, può essere solo l’accuratezza. Altrimenti il passaggio da strumento a strumentalizzato è talmente breve che nemmeno ci si accorge.
Mentre il mercato è ancora lungo, parecchio lungo".