GOL E PRESENZE - "Se non si fa gol, non si vince. È una delle mie responsabilità: segnare o fare segnare. Mi sento un leader in campo, i compagni mi seguono: 10 anni fa c’erano un’altra situazione e un altro gruppo. Questo è molto giovane, ma con lavoro e sacrificio arrivano i risultati. Poi non dipende tutto da me».
SCUDETTO - "Non prometto un posto Champions, è ancora presto, il secondo in classifica è sempre il primo degli ultimi. Io devo puntare al massimo, per fare uscire il meglio da me e dagli altri. Non mi interessa lo scudetto d’inverno, ma il titolo vero. Non è normale per i tifosi e per il club stare 7 anni fuori dalla Champions. Forse in questi 7 anni ci sono state tante cose anche fuori dal campo: se non c’è stabilità sopra, non può esserci sotto".
PIOLI - "Il nostro è un rapporto professionale: lui è l’allenatore e io il giocatore. Ha fiducia in me e mi fa stare bene. È un grande gentleman: non era semplice per lui, eppure non ha mai ceduto. È stato elegante, un altro avrebbe mollato. Il suo messaggio era di guardare sempre avanti: si è dimostrato da grande club".
FUTURO - "Finché sto bene, vado avanti. Sono sempre stato onesto, non voglio mettere nessuno in una situazione da cui non può uscire. All’inizio ho firmato per 6 mesi: è capitato, a chi era tornato al Milan la seconda volta, che non sia andata bene. Siamo stati più flessibili lasciandoci vie d’uscita. Nelle vacanze di Natale ho portato i miei due figli al Vismara? Vediamo, il mio contratto finisce tra 6 mesi. Tutto è possibile".