Quella parte di tifoseria bianconera la quale contesta l’operato della propria dirigenza per ragioni “politiche” dovrebbe guardarsi intorno e capire quanto sia fortunata. Il panorama dell’azienda calcio italiana è piuttosto desolante. 

La Roma è nel caos pressoché totale. L’Inter viaggia a vista tra alti e bassi preoccupanti. Il Napoli e la Lazio reggono soltanto  in virtù  della gestione “sovranista” dei loro presidenti e non certamente per un lavoro di gruppo. La Sampdoria ha una governante ballerina speculare al suo patròn Ferrero. La Fiorentina non riesce ad uscire dalle sacche di un futuro societario sempre incerto. Forse soltanto il Milan, grazie al lavoro professionale e silenzioso di Paolo Maldini e di Leonardo, sta procedendo verso il compimento di un progetto serio e solido.

Icardi, il caso torna a scaldarsi: Juve alla finestra
 E’ chiaro, dunque, il perché la Juventus al momento non abbia rivali sul campo. Perché, grazie alla struttura mai tradita messa in piedi da Gianni Agnelli e portata avanti dai suoi eredi, non ha rivali sul piano dell'organizzazione. Contestarla, dunque, è da folli. Proprio per questo motivo voglio immaginare e anzi sono convinto che i dirigenti bianconeri si faranno passare dalla testa, se mai ci avessero seriamente pensato, l’idea di poter realizzare sul mercato lo scambio tra Dybala e Icardi. Un pensiero indecente. Oggi più che mai anche alla luce dei recentissimi avvenimenti che hanno fatto nuovamente sbattere in prima pagina le disavventure dell’Inter.

Spalletti è un allenatore “difficile” per carattere e per rigore ideologico. Ma è anche un ottimo tecnico le cui idee talvolta non coincidono con quelle altrui. Non essendo, però un khomeinista ma uomo di mondo, sa perfettamente che in ogni posto di lavoro il contraddittorio è fatale. Fino a quando la discussione non si trasforma in mancanza di rispetto. Allora Spalletti non perdona e non fa sconti. Giustamente.  Con Icardi si è arrivati a questo punto di incomprensione totale e, certamente, non per responsabilità dell’allenatore. Presentarsi o pretendere di farlo nello spogliatoio accompagnato dal proprio avvocato, come avrebbe voluto il giocatore argentino, è inconcepibile. Non solo, offre la misura di chi sia e che cosa frulli nella testa dello stesso Icardi al netto della sua “ombra” Wanda.

Proprio in base a questa ennesima dimostrazione di inadeguatezza professionale e di decoro etico sono certo che anche lo stesso Paratici, grande estimatore di Icardi, smetta definitivamente di poter anche soltanto immaginare che la Juventus possa caricarsi sulle spalle un peso del genere. E’ vero che la Juventus possiede la grande forza di metabolizzare anche uomini e situazioni estranee alla propria filosofia. Ma è altrettanto vero che una mela andata a male può contagiare e far marcire tutte le atre, sane, del cesto.