IL CENTRAVANTI E’ CR7. L’argentino è un centravanti fisso, che più fisso non si può. Per quanto Spalletti si sia sforzato (prima della rottura) nelle stagioni scorse spingendolo a integrarsi nella manovra, è rimasto un solista, un attaccante che aspetta il gioco e non lo favorisce. Il calcio di Sarri (anche se sembra ammorbidito dal passaggio alla Juve) non prevede un giocatore così. Se questo è un problema di principio, ce n’è un altro, ancora più difficile da risolvere, che riguarda il merito. Sarri è andato sulla barca di Ronaldo per ottenere l’ok per un cambiamento di ruolo: Cristiano sarà il prossimo centravanti della Juventus, la fantasia (con Ramsey, Rabiot e magari Dybala) si scatenerà alle sue spalle per riempire di assist il portoghese. Nei progetti del nuovo allenatore, CR7 dovrà tornare ai suoi livelli di marcature, 40 gol a stagione. Come diceva Ancelotti quando allenava il Real Madrid: “Il nostro schema preferito? Palla a Ronaldo e corriamo tutti ad abbracciarlo”. Con tutta la stima per Icardi, il paragone con Cristiano potrà reggere (forse) fra due o tre anni, quando lo juventino si avvicinerà alle 40 primavere, adesso no. Adesso Ronaldo è la punta centrale della squadra e Icardi nella Juve potrebbe essere solo la sua riserva. Spostare il fenomeno da un lato per consegnare il centro dell’attacco a Maurito sarebbe un errore che la Juve non commetterà.
La sensazione è che Ancelotti gradirebbe (eccome) l’arrivo di James, un po’ meno lo scambio Icardi-Milik. I gol parlano nettamente a favore dell’interista: negli ultimi tre campionati di Serie A, Maurito ha segnato con l’Inter 64 gol in 97 partite; negli stessi tre campionati, il polacco (due volte infortunato seriamente) ne ha fatti 27 in 64 gare col Napoli. Ma Milik gioca, recupera, pressa, si muove su tutto il fronte offensivo, Icardi no. Milik è un giocatore d’attacco, Icardi è un attaccante e basta.