Guido Vaciago, direttore di Tuttosport, lancia l'allarme sul calendario e sul "risparmio programmato" dei calciatori. 

IL COMMENTO -  L’ultima giornata prima del Mondiale, fra l’11 e il 13 novembre, sarà l’apoteosi di un periodo che inizierà tra poco, nel quale ogni piccolo fastidio muscolare diventerà allarme per chi avrà, logicamente, zero voglia di rischiare che si aggravi. Chi ci metterà la gamba, sapendo di volerla avere bella lucida e pronta per le partite in Qatar? Attenzione, non si vuole fare moralismo, ma neppure passare per ingenui: è logico e umano, anzi umanissimo, che vada così, tuttavia si sfiorerà il ridicolo per questa assurda calendarizzazione della stagione. Perché quando il Mondiale ha la sua posizione naturale, a fine stagione, avanza sempre un mese, a volte quaranta giorni, fra l’ultima partita con i club e la prima con la Nazionale. Un cuscinetto sufficiente a scongiurare l’ansia da infortunio, ma che non evita che negli ultimi mesi si registri qualche distrazione. Figuriamoci se il cuscinetto è di appena sette giorni come quest’anno. Lo si sapeva fin dall’inizio, ma l’indiscrezione che arriva dall’Argentina ce lo sbatte in faccia.