Domenico Marocchino, doppio ex di Atalanta e Juventus, ha parlato così a Tuttosport: «Due ciclisti che stanno pedalando con una gamba sola, ma la Juve è un po’ più appesantita, l’Atalanta invece è bella tirata». 
 
Atalanta favorita, dunque? 
«No, perché la Juventus in una finale può avere maggiore tenuta emotiva per la maggiore esperienza. L’Atalanta può scrivere la storia e questo, talvolta, fa tremare i polsi». 
 
Cosa decide la partita? 
«No, gli errori difensivi. Ne ho visti fare tanti alla Juve quest’anno e anche all’Atalanta. Nell’ultima partita, con il Genoa, ne ha commessi due molto gravi. È vero che la partita era decisa, ma restano episodi molti negativi. Vince chi sbaglia meno in fase difensiva». 
 
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L’Atalanta sembra più in forma. 
«Lo è. Sono molto tirati e hanno gran ritmo. Oltretutto se prendiamo in considerazione l’intensità e la fase realizzativa l’Atalanta è molto più pericolosa, perché fanno gol in quattro o cinque, mentre nella Juventusha meno varietà. Eppure, in una finale io non riesco a sottovalutare i bianconeri». 
 
Il suo amico Gasperini è proprio bravo. 
«Gasperini è un grande allenatore. Lui conosce le traiettorie del calcio. Forse avrebbe avuto più difficoltà con Allegri che è un furbacchione». 
  
E quindi Pirlo come fa? 
«Deve allagare il campo. Ma niente idranti, deve togliere terreno all’Atalanta, saturare gli spazi. E poi organizzare bene bene la fase difensiva. Puoi anche subire, ma non devi soffrire. Muhammad Ali aveva preso un sacco di cazzotti da Foreman, ma dove e come voleva lui, poi gli ha dato la botta finale e ha vinto. In questa finale saranno fondamentali le due fasi difensive: serve massima concentrazione». 
 
Cosa manca alla Juventus di quest’anno? 
«Pirlo! Nel senso di calciatore. Un centrocampista pensante. Ne aveva due: Pjanic e Khedira, forse è stato un errore fare a meno di entrambi, ma mi rendo conto dell’età, delle necessità economiche, eccetera. Ma il centrocampo bianconero soffre la mancanza di un pensatore: di per sé i singoli sono ottimi giocatori, ma non combaciano bene insieme. Sono assortiti male». 
 
Ma Gasperini è davvero juventino? 
«All’epoca della Primavera lo era di sicuro, poi non so se è rimasto gobbo dentro. Una cosa è certa, è piemontese ed è un “bogia nen” vero. Che non vuol dire che manca di spirito di iniziativa, ma che non arretra e non molla mai: lo spirito che ha instillato nella sua Atalanta».