STORIA - Sì, perché se le voci di una partenza di erano già fatte sentire, percepite con insistenza soprattutto quelle che lo vedevano come nuovo giocatore del Chelsea di Maurizio Sarri, e invece... Cambio di rotta. Nonostante il fratello procuratore abbia ribadito la voglia di restare a Torino da poco, il Milan ci prova e la Juve apre la porta. C'è bisogno di vendere, risanare in parte le spese per CR7, suo ex compagno a Madrid, accolto e salutato in pochissimi giorni, e suo prossimo "nemico". Il portoghese sostituisce l'argentino: non sarà uno più l'altro, ma uno contro l'altro. Ormai è chiaro, passano i giorni e il colpo si chiude: Higuain passa al Milan, la Juve ringrazia e l'attaccante saluta, con un po' di rammarico, come ammesso dalle prime interviste alle ultime settimane.
RABBIA - C'è rabbia in Higuain, voglia non tanto di vendetta, ma di dimostrare di essere fondamentale, di essere un pezzo grosso, scaricato ingiustamente, anche dietro una causa come quella del bilancio. E allora quale miglior occasione si far infrangere una Juve che pare imbattibile a San Siro, nella nuova casa, davanti ai nuovi tifosi? Ma qui il destino si mette di traverso, quel pallone pesa e la forza per buttarlo in porta dagli 11 metri non è sufficiente. Su quel palo e sulla mano di Szczesny si infrangono i sogni di dimostrarsi ancora bello e vincente. Ancora decisivo. La serata si potrebbe già chiudere qui, il peso psicologico è già importante: i palloni non arrivano, il Milan non può giocarsela alla pari e l'unica occasione è stata fallita miseramente. Sulle spalle di Higuain c'è tutto questo, ma anche di più: c'è la consapevolezza di essere stato scaricato, ed è come se ora l'avesse realizzato per davvero. Via da una Juve che ambisce a vincere tutto, da una rosa che è tra le migliori di sempre e che per questo potrebbe essere ricordata, via per andare in una squadra che, in questo momento, è tecnicamente inferiore. Via non per scelta, ma per costrizione. E qui, al termine di un pensiero così duro da mandare giù, arriva l'esplosione: la rabbia, l'espulsione, le lacrime, le scuse. Tutte fasi di un processo di consapevolezza, di presa di coscienza da parte di chi si sente tradito.
A consolarlo, perlomeno, ci sono i vecchi compagni. Da Chiellini a Matuidi, abbracci e parole, come a dire che andrà tutto bene. Un piccolo scorcio in una gara buia, arrivato subito dopo il contatto con la sua nemesi: quel CR7 che ha anche provato a calmarlo, senza successo, e che lo ha giustificato nel post partita, lui colpevole solo di essere CR7 e di aver scelto la Juve.
E, intanto, qualche tifoso spera in un clamoroso ritorno, spera in questo episodio per riavvicinare Juve e Higuain, andato via solo in prestito: del resto sognare non costa nulla per i supporters bianconeri... (I loro commenti nella nostra gallery).