Una firma su un contratto è equivalsa a una condanna all'ossessione. Per carità: Antonio Conte e Maurizio Sarri sono ormai abituati a concentrare i propri pensieri su un unico aspetto della propria vita (fino a che punto 'professionale'?). Però stavolta è diverso. E lo è quantomeno per il toscano: se sul taccuino del leccese il primo appunto nerazzurro era il verbo 'ricostruire', per Maurizio il rimodellamento della Juventus non può non passare da una vittoria finale. In qualsiasi modo e mood. Con qualsiasi arma o stile di gioco. Ecco perché, pensieri alla mano, il compito di Sarri è ben più difficile di quello di Conte. 

ABITUDINE - Antonio ha l'indole dell'artigiano: non ripara nulla, butta giù e ricostruisce. Poi sta attento ai singoli dettagli, partendo dalla fase difensiva e chiudendo con l'incredibile capacità di aggredire e soffrire dei suoi ragazzi. Li riunisce sotto una carica mentale che non è seconda a nessuno, e qui fa bene chi rivanga la testa dell'Inter del Triplete (e anche gli avversari che ne temono l'irruenza). E' un professionista della rimonta, il capo degli underdogs. Un abitudinario del rompimento di scatole ai danni dei più forti. Anche per questo è così amato, anche per questo ovunque sia andato ha lasciato una traccia indelebile. All'Inter, in fondo, cosa c'è di così diverso? Poco, nulla. Semmai, questo è il Masaniello più forte che ha avuto a disposizione; la rivoluzione più facile da portare a casa. 

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DISCORSO DIVERSO - Sarri invece s'è preso una pena dai tre anni in su. Ingabbiato dalla ricerca della perfezione della Juventus. Oltre alla vittoria, sia chiaro. Anche trasportare il fardello dell'eredità di Allegri non dev'essere facile, ma per fortuna il talento dei suoi pensieri dribbla sempre il passato e si concentra sui binari di presente e futuro. Prossima stazione? Primo posto, che domenica c'è un'opportunità bella ghiotta. Per zittire gli ultimi detrattori, magari pure per sfatare il mito dello scioglimento dei ghiacciai quando le temperature di classifica (cioè, di quella degli altri) inizia ad andare sotto lo zero. Fu fatale al Napoli, gli è capitato anche al Chelsea, ne ha parlato inoltre Mancini a IlBianconero."Fatica a reggere la pressione quando è in testa. Finché deve inseguire o partire non da favorito, dà il meglio". Toh, guarda un po': la roba degli underdogs e il mestiere di Conte. Tutto torna: pure la Juve in cima alla classifica?