Gleison Bremer si racconta in un'intervista a Torino Channel: "Il ds Petrachi mi voleva davvero, mi ha detto che sarei cresciuto tanto: era il momento giusto e ho accettato".

DAL BRASILE ALL'ITALIA - "Il calcio italiano è molto interessante. Mi avevano detto che l'Italia è la miglior palestra per un difensore: a distanza di tempo dico che avevano ragione, la Serie A è il top per un difensore".

SU COSA SI E' CONCENTRATO - "Sull'apprendere la lingua, perché devi capire. La tattica poi l'apprendi. Mazzarri mi ha dato una grossa mano, vuole la marcatura a uomo che in Brasile non esiste, mi diceva sempre che in area si deve marcare e bisogna mettersi bene con il corpo. E poi il suo collaboratore Claudio Nitti mi diceva che non giocavo il pallone velocemente, mi ha fatto migliorare tanto e mi sono fermato spesso al Filadelfia per apprendere i segreti".

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FASCIA DI CAPITANO - "Per me è un grande onore vestire la fascia. Il capitano è Belotti, ma è tanta roba mettere la fascia. Ogni tanto penso: il primo anno qui non giocavo mai, ora dopo quattro anni sono diventato il secondo o terzo capitano. Si tratta di un grandissimo onore".

SI SENTE A LIVELLO DEI PIU' FORTI ATTACCANTI EUROPEI? - "Sì, perché sono cresciuto mentalmente e tatticamente. Sono pronto ad affrontarli, sempre".

SOGNO - "Giocare con la Nazionale. Mi sto allenando bene, sto facendo il massimo e vorrei gocare il Mondiale in Qatar. Sto aspettando il mio momento e non voglio farmelo passare".