Enrico Preziosi, presidente del Genoa, dice - dopo Roma-Genoa - che l’arbitro Di Bello è un uomo in malafede e non dovrebbe più dirigere partite di calcio, e viene deferito. Giusto.
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, prima ancora che si giochi Inter-Napoli afferma candidamente che l’arbitro Mazzoleni è un arbitro cattivo e imparziale (“speriamo si comporti bene”), quindi non avrebbe dovuto essere designato per quella partita, e non gli succede nulla. Ha pure aggiunto che il VAR sembra studiato per aiutare qualcuno (Juventus, lo aggiungo sempre io). Zero.
Eppure di tempo, per potere approfondire meglio le indagini (come se fosse indispensabile un’inchiesta ad hoc per uno che fa dichiarazioni apertis verbis di questa gravità …mah), n’è trascorso a sufficienza, oltre una quindicina di giorni, ma non si muove foglia.
Davvero nulla da eccepire sul contenuto di queste dichiarazioni? Niente, niente?
La domanda va girata sempre al solito indirizzo (via Gregorio Allegri 14, Roma),al solito ufficio (Procura Federale), alla solita persona (il procuratore federale). Sempre la stessa, Giuseppe Pecoraro. Colui che, per incastrare, Andrea Agnelli nell’inchiesta sui rapporti Juve/N’drangheta presentò un’intercettazione farlocca del presidente juventino, poi sparita, e sull’esistenza della quale, pare, non informò nemmeno la Commissione Antimafia durante la sua audizione. E sempre lui propose alla Juventus un baratto pecuniario per chiudere la vicenda, risoltasi poi da sola in sede d’appello alla Corte Federale. Un’inchiesta, quella operata dalla FIGC, con tante ombre e mai chiarita del tutto.
Perché poi a pensar male ci si impiega davvero poco, per esempio quando, per analoghe dichiarazioni lesive della reputazione degli arbitri, qualcuno paga e altri no. Guarda caso, il presidente del club per il quale tifa il procuratore FIGC.
E ancora, non è più grave sostenere che le decisioni prese col VAR favoriscono subdolamente qualcuno, anziché limitarsi a dire che il VAR andrebbe usato più spesso?
Pecoraro ce lo dovrebbe spiegare, e invece, come sempre, tace. Sui propri atti, sulle sue decisioni preferisce mantenere la massima riservatezza. Solo sulla fede calcistica non ha segreti. E questo è il guaio…