"L’unica cosa che mi viene in mente pensando a Gigi mi riporta indietro nel tempo. Ma è come se fosse ancora oggi. E fatemela raccontare. Ho avuto tre maestri: uno vicino di casa, Mimmo Cataldo. Uno a metà strada, Piero Aggradi. E l’altro lontano da casa, Ricky Sogliano. Ognuno bravo a suo modo e con le proprie qualità. Il più avanguardista era Ricky. A volte partivo e facevo 1.200 chilometri per andare a trovarlo a Varese. E imparare. Perché prima i direttori, oltre a partire dal basso, frequentavano anche “le botteghe”. Mentre adesso direttori sportivi e direttori generali nascono dal niente, come funghi. L’ospitalità di Sogliano era unica. Ricordo come se fosse oggi. Mi chiamò prima del ritiro estivo per avere a Parma un giovane portiere, Alessandro Leopizzi, allora campione d’Italia con me a Casarano. Mi disse che lo tesserava perché convinto che Bucci e Nista gli avrebbero potuto creare problemi poiché aveva in mente di fare qualcosa contro ogni logica. “Caro Pantaleo, quest’anno vedrai debuttare un diciassettenne. Ricordati che sarà il più forte portiere italiano di tutti i tempi”. Mi disse così anche quando era a Venezia con Bobo Vieri. E non solo... Ci prese pure quella volta. Gigi lo aspetto a Lecce, in Serie B. In tutte le piazze sarà ambasciatore e simbolo del calcio italiano e mi darà ancora una volta una maglia per mio nipote, suo grandissimo tifoso". Lo racconta Corvino, ex dg della Fiorentina, in una lunga intervista a Tuttosport.