Se vi convocassero da suor Orsolina Benincasa, nella Sala degli Angeli e fra i relatori ci fosse un professorone dal cognome San Luca, dove pensereste di essere? Assolutamente in Paradiso, senza ombra di dubbio. Invece no, cari amici, siete al cospetto di un simposio alquanto sgangherato, ospitato niente meno che in un Università. Ebbene sì, in un Ateneo della Repubblica Italiana, luogo preposto alla promozione ed allo sviluppo della cultura e della ricerca. Passino scrittori che debbono la notorietà più al tifo che a quanto pubblicato, passino gli ex ministri, passino anche giornalisti di parte conclamata, ma la presenza del Presidente della Autorità Anticorruzione lascia a dir poco sconcertati. Se solo si voltasse verso altre realtà a pochissima distanza, forse di corruzione potrebbe farne indigestione. Eppure, volete mettere che grande risonanza dare addosso alla Juve? Anche alle Autorità piace vincere facile.

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Dimenticavo. Siamo, manco a farlo apposta, nella città di Pulcinella, nella migliore delle ipotesi, la città che dà ampio corso alla sceneggiata. Il titolo non è banale: “Calcio e diritto. Il rispetto delle regole nell'era del V.A.R”. E qui casca l'asino, pardòn mi correggo, il ciuccio (che non è quell'attrezzo di tortura per infanti). Domanda: sono uscito di senno se mi ricordo che il Video Assistant Referee è stato introdotto con buona pace dei soliti malmostosi, giacché avrebbe posto fine alle ruberie della squadra di...Cavour? Anzi, a dire il vero, nelle prime partite con l'Arbitro Assistente di Video (eh, certo che in italiano A.A.V. suona da schifo rispetto a V.A.R. in inglese) pareva davvero che la Juventus fosse presa come cavia contro cui resettare i filmati. Gol annullato a Marione, dopo un fallo presunto di Lichtsteiner 10 minuti prima, in quel di Bergamo, non vi rammenta nulla? 
“Era già tutto previsto” cantava Riccardo Cocciante. Previsto che i piemontesi sgraffignoni avessero il giusto stop, che finalmente si potesse combattere ad armi pari: loro con la tecnologia contro e noi con essa a favore. Ma le cose non sono andate secondo previsione.

La Juve vince con, senza, fifty fifty il V.A.R. Embè non festeggia lo scudetto non ancora vinto, lei; non spende soldi a palate in fuochi artificiali; non fanno proclami da far impallidire i retori dell'antica Roma, i suoi dirigenti. E vince anche se Koulibaly si sostituisce a Reina nella partita col Bologna, anche se lo stesso segna dopo avere spinto via un difensore (se non è fallo questo…), anche se Albiol gioca a volley in area e nessuno vede. Vince, la Juve vince, accidenti e non era previsto.

Allora appare fin troppo chiaro che il V.A.R. si dimostra per quello che non ci si attendeva. Una macchina cioè infernale, filo juventina in maniera così spudorata da giustificare i convegni ad uso di tifosi napolisti d'alto bordo, mica pescivendoli. Ci sono implicazioni così demoniache da richiedere espressamente i San Luca, le sale degli Angeli e le suore Orsoline. Lavoro da esorcisti e di quelli bravi. E la cultura sta a guardare, sconsolata e miserrima (non “miserissima” come ho sentito pronunciare da un giornalista radiofonico che evidentemente ha un tesserino in tasca e le pagelle scolastiche da esilio perpetuo). 

“Gli studenti vedono che non c'è il rispetto delle regole neanche nel calcio e non hanno fiducia nelle istituzioni” San Luca dixit. Quindi se la camorra attanaglia il futuro dei giovani napoletani o se la atavica tentazione alla trasgressione cancella l'ordine ed il vivere civile è colpa della Juve! 92 minuti di applausi.

Chissà se un giorno qualcuno dei partecipanti a questa pagliacciata si pentirà amaramente. O forse no, contrordine. Perchè a pensarci bene, finché costoro saranno di tal fatta, non avremo nulla da temere. In altri termini: che Dio ce li conservi così, che siamo in una botte di ferro.