I nuvoloni di Vinovo sono l'unica costante, l'unica certezza, la sola immagine che riconosceresti in mezzo ad altre mille. Il resto ha cambiato espressione: attorno alla Juve Women si è affacciato un mondo non più di curiosi, ma di tifosi. Di appassionati. Di persone che oggi hanno sfidato il temporale tropicale e che si sono piazzate sin dalle 17 ai bordi del campo di Vinovo. Tutti in attesa in religioso rumore, esplosi in un boato già durante il riscaldamento. Applausi e gioia, e poi Giulia, qui vicino, che ripete a gran voce quel che pensano tutti: "Ora ci vuole uno stadio vero". 

COME ALLO STADIUM - Tempo al tempo. La Juve ha un progetto in mente: aspettava solo che da novità si arrivasse alla 'moda', e che da 'moda' si consolidasse tutto il movimento. Ogni cosa secondo i piani, a confermarlo un seguito importante che, per una partita senza nulla da dire, ha saputo raccontare una nuova storia di questa squadra semplicemente esemplare. L'atmosfera da popcorn, da birra singola divisa in più bicchieri, da risate e da profonda condivisione, è forse l'altro e solo spazio di racconto che non è cambiato dalla prima gara qui, nello stesso campo, con quasi gli stessi volti sul terreno di gioco. E' stata una festa privata che è diventata una sagra di paese. Con spettacolo garantito. 

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QUANTE PERSONE! - A contarli si fa fatica, e - big match a parte - probabilmente è la prima volta che l'Ale&Ricky si rivela scenografia di un vero evento. Perché è stato questo: un appuntamento che 'rischia' di esser fisso e che trasforma il calcio femminile, almeno quello a tinte bianconere, in una dolce e consueta attrazione che colora le domeniche della periferia torinese. Oh, poi in campo c'erano tutte. Tutte le reduci dal Mondiale, dalla fama, dalla sbornia di emozioni e di attenzione. E chissà per loro come sarà stato, alla fine, ri-catapultarsi nel piccolo mondo del centro sportivo in un'amichevole apparentemente senza troppe pretese, se non quelle ricreate dal pubblico sugli spalti. Oltre cinquecento persone. Qualcuna più, qualcuna meno. Dopo la sfida dello Stadium contro la Fiorentina, è l'immagine più evocativa della crescita targata (pure) Juventus.