Chi ci sarà? Lo ricorda la Gazzetta: "Insieme con la presidente Gabrielle Palmieri Sandulli, ci saranno dunque i presidenti delle sezioni Vito Branca, Attilio Zimatore, Massimo Zaccheo e Dante Alessio. Il ricorso della Juve è stato firmato da Angelo Clarizia, ex subcommissario della Federcalcio guidata da Roberto Fabbricini, Nino Paolantonio, Maurizio Bellacosa e Davide Sangiorgio. La Federcalcio non si è costituita e l’accusa sarà sostenuta non dal procuratore federale Giuseppe Chinè, ma dal prefetto Ugo Taucer, capo della Procura Generale dello Sport". Il tutto per un dibattimento che dovrebbe durare 2-3 ore.
L'ATTACCO - La Juve - si legge sulla Gazzetta - sostiene che non si potesse "riaprire il processo dopo la doppia archiviazione di un anno fa; le contestazioni per cui siamo stati condannati sono diverse da quelle contenute nel deferimento originario; quindi, non abbiamo potuto difenderci, passando dalle 15 operazioni incriminate all’esistenza di un «sistema fraudolento», più precisamente non è stato possibile «alcun contraddittorio della difesa dei deferiti»; le «lettere Covisoc» costituivano di fatto l’inizio dell’azione disciplinare e la mancata acquisizione (poi imposta dal Tar) è una «violazione del diritto di difesa». Infine, il meno 15 non è proporzionato e soprattutto i giudici di appello federali non hanno motivato come ci si arriva. Un punto che strizza l’occhio all’altro possibile movente del ricorso presso il Collegio di garanzia, che parla della possibilità «di omessa o insufficiente motivazione circa un punto decisivo della controversia che abbia formato oggetto di disputa fra le parti». Questo della mancanza di motivazione - cioè: dovete spiegare come avete stabilito il meno 15 per arrivare poi a rimodulare la sanzione - potrebbe essere il grimaldello per una specie di soluzione intermedia, che in effetti è uno dei pronostici più gettonati della vigilia".