Ieri sera sono arrivate le prime notizie in merito al blitz della Guardia di Finanza nella sede della Juventus per acquisire documenti che possano avvalorare le indagini condotte dalla Procura di Torino in merito alle plusvalenze realizzate tra il 2019 e il 2021 e presunte falsificazioni dei bilanci connessi, oggi le indiscrezioni continuano a susseguirsi. 

Come riporta il Corriere della Sera, infatti, le prime conclusioni tratte dagli inquirenti sull'inchiesta in corso: "si è avuta espressa conferma in merito alla gestione malsana delle plusvalenze, voce di ricavo caratteristica della gestione sportiva, talvolta utilizzata quale autentico strumento “salva bilanci”, cioè in modo distorto". Grazie agli accertamenti documentali e alle intercettazioni ambientali utilizzate ad indagine in corso, "il meccanismo delle plusvalenze è stato individuato come correttivo dei rischi assunti in tema di investimenti e dei costi connessi ad acquisti e stipendi scriteriati".

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LE INTERCETTAZIONI - A proposito del sistema delle plusvalenze, i magistrati inquirenti - Mario Bendoni, Cirio Santoriello e l'aggiunto Marco Gianoglio - riferiscono dell'esistenza di un "metodo Paratici", individuato come figura centrale: "Sono emersi, in più casi, riferimenti alla gestione Paratici, soggetto posto al vertice dell’area sportiva fino al giugno 2021, e artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze". Una tesi avvalorata dal contenuto di alcune intercettazioni: "Hanno chiesto di fa’ plusvalenze". E ancora: "Che almeno Fabio, dovevi fa’ plusvalenze e facevi plusvalenze". Sempre grazie alle telefonate ascoltate dalla Guardia di Finanza, la situazione della Juve viene così descritta: "Proprio gli investimenti oltre le previsioni del budget e gli “ammortamenti e tutta la m...a che sta sotto che non si può dire" sono stati tra le cause dello squilibrio economico e finanziario che ha portato la società Juventus spa ad essere appunto paragonata "a una macchina ingolfata".

IL RUOLO DI AGNELLI - In questa situazione risulta in qualche modo coinvolto anche il massimo dirigente bianconero, il presidente Agnelli, secondo le ricostruzioni dei pm: "Per quanto emerso dalle attività di ascolto, i vertici del cda della società bianconera, in primis il presidente Andrea Agnelli, appaiono, di fatto, ben consapevoli della condotta attuata dall’ex manager bianconero e delle conseguenze estremamente negative sotto il profilo finanziario, non certo derivanti solo dal contesto pandemico in atto". Come risulterebbe da un'altra intercettazione: "Sì, ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene!". Per questo filone risultano indagati il presidente della Juventus Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, l'ex responsabile dell'area tecnica Fabio Paratici e gli ex dirigenti Marco Re, Stefano Bertola e Stefano Cerrato.

INDAGINE, I PM/2