Novità nell'inchiesta Prisma in cui è coinvolta la Juventus. L'ex segretario generale bianconero Maurizio Lombardo, che lasciò il club il 29 ottobre 2020 dopo 9 anni, è stato sentito dai pm in Procura a Torino lo scorso 17 febbraio. Al centro ancora una volta l'ex dirigente bianconero, Fabio Paratici di cui Lombardo parla così: "Aveva smanie di onnipotenza, voleva acquistare giocatori anche tramite altre squadre per ostacolare le altre e mi chiavava anche di notte. Acune società amiche hanno fatto da 'banca' per permettere alla Juve di fare plusvalenze", riporta Repubblica

LE SIDE LETTER - "Io custodivo le side letter in una valigetta, sempre con me, anche a casa. Non venivano depositate in Lega, altrimenti con le nuove regole non si poteva registrare la plusvalenza. Tutti i direttori sportivi volevano una recompra, ma non poteva essere registrata la plusvalenza fin tanto che non scadeva la condizione. I dirigenti juventini mi dicevano di tenerle io perché era meglio che non uscissero. Il testo era predisposto da Gabasio, il cui ruolo è cresciuto dopo Marotta, che era più prudente. Dopo di lui non c'era più un'operazione che teneva".

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GLI 'OBBLIGHI' - "Con l'Atalanta 14,5 milioni di euro: 4 per Mattiello, 4 per Muratore, 3,5 per Caldara e 3 per Romero. I calciatori sapevano degli accordi, le scritture erano rassicurazioni. Anche per Orsolini, Demiral, Traorè, Mulè, Audero, Peeters, Cerri con il Cagliari e Mandragora all'Udinese per 20 milioni di euro: si rendono conto che con questa recompra non potevano più registrarla subito. Un contratto strano, era ancora il periodo di Marotta e io chiesi: perché ce lo riprendiamo che non giocherà mai nella Juve? Mi dissero che avevamo un obbligo". 

SUGLI STIPENDI - Lombardo ha poi parlato anche del tema relativo alla manvora stipendi: "Per la prima, avevo preparato le buste: 2 per ogni calciatore, in una la riduzione, l'altra per rimetterla firmata"