Se nelle ultime settimane le maggiori attenzioni erano state rivolte al filone della "manovra stipendi", adesso si riapre anche quello legato alle plusvalenze. O almeno è quello che spera la Procura Federale che ha proposto un ricorso per revocazione avverso alla sentenza di proscioglimento di 10 club coinvolti nel caso plusvalenze, tra cui la Juventus. Le società che rischiano quindi un nuovo procedimento sono Sampdoria, Genoa, Pro Vercelli, Pisa, Parma, Empoli, Chievo, Novara e Pescara). Non rientra tra questo il Napoli, che era stato indagato anch'esso per l'operazione che aveva portato l'acquisto di Victor Osimhen.

IL MOTIVO DELLA RICHIESTA - Dopo aver letto le carte dei pm di Torino, gli inquirenti federali vogliono rimettere in discussione l'assoluzione dei 9 club sopracitati. Il caso infatti si può riaprire solo se esistono nuovi elementi significativi. Nel comunicato della FIGC, viene infatti spiegato che la richiesta della Procura arriva "per ulteriori e nuove condotte disciplinarmente rilevanti rispetto a quelle per le quali ha già esercitato l’azione disciplinare dinanzi agli Organi di Giustizia Sportiva nell’ambito dell’indagine ‘plusvalenze’ della stagione sportiva 2021-2022". 

Plusvalenze Juve, ricorso della Procura contro il proscioglimento: il caso si riapre
LA PRIMA ASSOLUZIONE - Ricordiamo che il 15 aprile 2021, i giudici federali hanno assolto gli 11 club e i 59 dirigenti, compreso quindi l'ormai ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli sull'inchiesta plusvalenze. Il Tribunale infatti, aveva accolto in pieno la tesi della difesa che contestava il metodo con cui la procura federale aveva provato a stabilire un "prezzo giusto" per i cartellini dei giocatori ceduti o acquistati durante il calciomercato. Per il Tribunale non ci sarebbe stata neanche alcuna: "violazione delle norme federali in materia gestionale ed economica". La Procura Federale aveva chiesto dodici mesi di inibizione per Andrea Agnelli, 16 mesi e 12 giorni per Paratici, 8 mesi per Nedved e Arrivabene, 6 e 20 giorni per Cherubini. Ammenda di 800 mila euro per il club. Non c'era quindi nelle richieste della Procura nessuna sanzione legata a penalizzazioni di punti o addirittura retrocessioni.