Fortuna che…alla luce delle recenti visite ci siamo fermati”. Queste le parole del direttore sportivo Federico Cherubini a Stefano Bertola, all’epoca direttore finanziario e dirigente della Juventus preposto alla redazione di documenti contabili societari. Parole che arrivano dalle intercettazioni della guardia di finanza e sono riportate questa mattina dal Corriere della Sera. La data è quella del 22 luglio 2021, dieci giorni dopo l’inizio dell’ispezione della Consob sulla società bianconera, in merito alle plusvalenze.
 
Sul contesto del dialogo, ancora il Corriere: “L’intercettazione ambientale e gli accertamenti dei militari del nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle ricostruiranno poi l’intero contesto: nel dialogo — si sostiene negli atti — Cherubini dice che bisogna smetterla di fare le plusvalenze così perché, dopo l’addio di Marotta, Paratici non ha più avuto un cappello finanziario che lo potesse fermare. Morale: il ds avrebbe sempre detto all’allora capo dell’area tecnica, che era necessario cambiare strategia, perché il loro lavoro era quello di scovare talenti, valorizzarli e poi venderli, facendo plusvalenze sane. Insomma, se loro avessero fatto plusvalenze sane in casa non ne sarebbero più state fatte di artificiali. Come, si deduce, erano invece state quelle contabilizzate nelle stagioni precedenti”.
 
Inchiesta Prisma, 'ritrovata la carta di Cristiano Ronaldo: vale 20 milioni'
L’altro filone dell’inchiesta è quello che riguarda il taglio agli stipendi nel periodo del Covid. Manovra stipendi che per il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello rientrerebbe in una strategia delinquenziale. “emergono particolari sulle trattative tra club e giocatori, sugli stipendi. Come quando Chiellini, da capitano, disse ai compagni di stare tranquilli: l’indomani sarebbe uscito un comunicato diverso da quello che è stato pattuito, non parlatene con la stampa. L’annunciata rinuncia a 4 mensilità si ridusse a una. Poi ci sono i quasi 20 milioni di euro che — per la Procura — la società ancora dovrebbe a Ronaldo e che non sarebbero mai stati registrati a bilancio”.

Sulla questione stipendi, a fornire ulteriori dettagli questa mattina è Repubblica: "La situazione è di meno 177 milioni di euro» informava il presidente Andrea Agnelli in una mail del 20 febbraio 2020, «saranno necessarie manovre correttive». Meno di un mese dopo, la pandemia offre lo “scudo” dietro cui attuare la prima delle due “manovre stipendi” — in cui compare anche la carta di Ronaldo — ideate per aggiustare i conti. Che non si tratti di azioni cristalline è evidente per gli investigatori, che trovano la prova del raggiro in una chat dei calciatori su Whatsapp. «Ragazzi state tranquilli, vado dal presidente e firmo una scrittura a garanzia» avrebbe rassicurato il 28 marzo 2020 Giorgio Chiellini, avvertendo i compagni che però sarebbe poi uscito un comunicato stampa «diverso» da quanto pattuito, per «questioni di Borsa». Invitandoli anche «a non parlarne» con i giornalisti. I calciatori ufficialmente avevano accettato di ridursi gli stipendi togliendo quattro mensilità (portando un risparmio di 90 milioni) ma sulla base degli accordi raggiunti, la Juventus si impegnava a pagarne ugualmente tre negli anni successivi. Nella seconda manovra si accordavano invece, con side letter, firmate da Paratici con 17 calciatori, sulle forme con cui restituire tutto: una buonuscita nel caso il giocatore cambiasse squadra, un loyalty bonus (premio fedeltà) se fosse rimasto in bianconero. Ma sarebbero nette le divergenze tra gli accordi, quelli trovati dagli inquirenti nascosti negli studi legali e quelli depositati in Lega".