Il percorso sarà lungo, molto lungo. Sarà in salita, a tratti anche accidentato, e in alcuni momenti sembrerà quasi di non riuscire a vederne la fine. La Juventus, comunque, non ha nessuna intenzione di mettere fretta a Gleison Bremer, che avrà tutto il tempo per decidere, innanzitutto, quello che sarà il primo passo: l'intervento chirurgico, per cui con tutta probabilità ci sarà anche un confronto molto schietto con Giorgio Chiellini, passato prima di lui da questo doloroso iter e operato, nel 2019, dal dottor Christian Fink a Innsbruck. 

Si tratta dello stesso specialista a cui si era affidato pure Federico Chiesa nel gennaio 2022, finito sotto i ferri proprio in Austria alla presenza del responsabile sanitario della Juventus dott. Stefanini. Anche con lui il club bianconero si era mosso con la massima cautela, dandogli la possibilità di compiere le sue scelte con tutta la calma e la serenità possibili, con la consapevolezza che il percorso di recupero sarebbe stato molto lungo.
 


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Cosa prevede l'iter riabilitativo di Bremer?


In questi casi, tanto più per un atleta professionista, l'intervento chirurgico è assolutamente necessario. Il legamento non può essere riparato, ma può essere sostituito con un tendine prelevato dal paziente stesso, il cui processo di trasformazione richiede poi alcuni mesi: un periodo, questo, in cui è necessaria la massima prudenza, perché una forzatura potrebbe causare un'altra lesione. Oltre al lavoro specifico sul legamento, poi, la riabilitazione è mirata anche al mantenimento del tono muscolare, motivo per cui i tempi finiscono inevitabilmente per dilatarsi (nel caso di Bremer si parla già di circa otto mesi in totale). Ovviamente, solo nel momento in cui si ha la certezza assoluta che tutto sia andato per il meglio è possibile spingere per il graduale ritorno agli allenamenti, in solitaria prima e in gruppo poi.



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