L'essenza dell'Inter non è mica cambiata. E' rimasta pazza, fuori di senno, capace di giocare con caparbietà e sfrontatezza incredibili. E poi di crollare fisicamente e un po' naturalmente, sotto i colpi di singoli pazzeschi e con qualche grazia divina da scontare. Il Barcellona ha fatto il Barcellona solo nella seconda parte della ripresa, eppure all'Inter - a una grande Inter - non è bastato un meraviglioso primo tempo per piegare gli uomini di Valverde. Con Messi vivo, vegeto, ma non pungente. 

OTTICA JUVE -
Finisce 2-1, al Camp Nou. Decide una doppietta di Suarez dopo il gol di Lautaro. Suarez che è un fuoriclasse e da quella legge non scritta non scappa mai. Come si colloca in ottica Juve? Premessa: preoccupazione mai, accortezza sempre. Soprattutto davanti a questa squadra che si accende in un lampo e cerca la verticalità con un'ossessione maestra, figlia di un direttore d'orchestra come Conte che cura nei minimi dettagli azioni e reazioni. Sarri avrà studiato gli inserimenti di Sensi e la crescita - pure durante la gara - di Barella; ha preso appunti su come si muove (bene) il trio difensivo, ha visto in Lautaro una scheggia particolarmente vogliosa di pungere. Ma la Juve è forte, è più forte. E con un dispendio di energie incredibile come questo qui di Barcellona, per l'Inter, un mezzo punto a favore bianconero s'intravede. Chiaro: poi c'è la voglia di riscatto, magari anche un bel po' di consapevolezza di determinati livelli. Ma Conte, con possesso e talento, si può fermare.