È la notte di Chiesa. Di nuovo. Roberto Mancini si aggrappa a lui come ha già fatto il 26 giugno scorso, quando il giocatore ha sbloccato la partita più scorbutica di Euro 2020: quella contro l'Austria. Gol pazzesco ai supplementari e, da lì, mai più tolto dal campo. Con tanto di sigillo anche contro la Spagna, in semifinale. Adesso, con l'Irlanda del Nord, tocca di nuovo a lui trascinare la squadra azzurra. Questa volta verso il Mondiale 2022.

I NUMERI DI CHIESA - Che Chiesa sia uno dei top player del campionato italiano è riconosciuto da tutti. Mancini punta su di lui a occhi chiusi, anche se i numeri lo dipingono meno decisivo di quello che sembra: 37 presenze in Nazionale, 4 gol. Il primo è arrivato il 18 novembre 2019, nel 9-1 rifilato all'Armenia: un gol e due assist, erano le qualificazioni agli Europei poi vinti. Poi le reti all'Austria e alla Spagna, che definire fondamentali è riduttivo. Il poker è arrivato il 2 settembre scorso, nell'1-1 contro la Bulgaria.

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ITALIA SENZA IL 9 - Chiesa dovrebbe partire a sinistra, vincendo in scioltezza il ballottaggio con il compagno di squadra Bernardeschi. Dall'altra parte ci sarà Berardi, anche lui a piede invertito: per entrambi è la posizione ideale, quella che permette loro di stare più dentro al gioco, di girarsi rapidamente e di vedere meglio la porta. In mezzo, il falso 9 Insigne per sorprendere una difesa molto molto fisica. In tal senso pesa l'assenza di Immobile, ma Mancini non sembra volersi affidare a Belotti, Scamacca e Raspadori. Almeno, non dall'inizio: proverà a ripetere l'esperimento della finale di Wembley, cambiando poi a gara in corso. Ma è a Chiesa che Mancini chiederà qualcosa in più: è nelle sue corde. Dribbling, accentramenti, tiri, galoppate coast to coast: può essere la sua notte. Di nuovo.