Venerdì 12 novembre l'Italia contro la Svizzera si gioca la possibilità di accedere alla fase finale del Mondiale 2022 in Qatar. Un incrocio non nuovo, già verificatosi in passato due volte, che ha visto protagonisti molti bianconeri, come ricorda la Juventus tramite il suo sito ufficiale. 

L'ultima volta che Italia e Svizzera si sono affrontate nelle qualificazioni Mondiali risale al 14 ottobre 1992. Per la Nazionale guidata da Arrigo Sacchi è l'esordio nel girone. Si gioca a Cagliari e le cose si mettono molto male per gli azzurri, sotto di 2 gol fino a 7 minuti dal termine. É lo juventino Roberto Baggio ad avviare la rimonta, completata poi da un gol di Eranio al novantesimo. E che il 10 bianconero sia in grande forma lo si sapeva, avendo guidato la Signora nell'ultimo impegno di campionato, vincente a Napoli con il risultato di 3-2.

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Ben più decisivo è il primo Italia-Svizzera, che chiude il girone e permette agli azzurri di staccare il biglietto per la Germania, sede del Mondiale 1974. Proprio come adesso, la gara si disputa all'Olimpico. La Nazionale vince 2-0 e la presenza juventina nell'undici scelto dal Commissario Tecnico Ferruccio Valcareggi è folta, con ben 5 giocatori in campo (del resto la Juventus è campione d'Italia da 2 anni di fila). Spicca Dino Zoff, che continua nel suo percorso d'imbattibilità, che prolungherà fino a ottenere il record.

A fare coppia in attacco con Gigi Riva – a tutt'oggi il bomber azzurro con il maggior numero di reti in Nazionale -, c'è lo juventino Pietro Anastasi. Il cagliaritano va in gol: è lui a firmare il definitivo 2-0 dopo il rigore trasformato da Gianni Rivera. Il 9 della Signora e dell'Italia, invece, non riesce a centrare il bersaglio. Si rifarà nella gara d'esordio del Mondiale, quando siglerà il punto del 3-1 contro Haiti entrando al posto di Giorgio Chinaglia.

Infine, in Italia-Svizzera del 20 ottobre 1973 c'è un sesto juventino che entra in campo in corso d'opera. É Franco Causio, che a un minuto dal termine prende il posto del numero 10, Gianni Rivera. Confermando quel che in fondo dimostrerà sempre nella Juve: anche se gioca all'ala, il Barone ha i piedi da regista, capaci di creare soluzioni tecniche imprevedibili.