Mancava un pezzo, un principio su cui Allegri ha sempre battuto forte, nelle dichiarazioni pre e post partita, come durante gli allenamenti: la pulizia tecnica, il fondamentale del passaggio, il palleggio per gestire i ritmi della partita. Ieri sera, contro la Sampdoria, la Juventus ha fatto una partita tecnicamente buona, soprattutto nel primo tempo. Grossa parte del merito sta nei piedi e nel cervello di Arthur che ha gestito il pallone in maniera ineccepibile, accelerando e congelando il gioco a seconda dei momenti, senza sbavature.
Juve, Allegri ha raggiunto il suo secondo obiettivo e il merito è di Arthur…e degli infortuni
Disorientato. Si deve essere sentito così, Massimiliano Allegri, una volta varcati i cancelli della Continassa, per la sua seconda avventura alla Juventus, e dopo aver preso confidenza con un gruppo totalmente diverso, rispetto a quello con cui aveva avuto a che fare. Una squadra che, alle prime difficoltà, si era sciolta come neve al sole, una squadra, ma non un gruppo. E allora il tecnico livornese è dovuto ripartire dalle basi, passo dopo passo. Il primo: la solidità difensiva. In questo, la Juventus è cresciuta esponenzialmente, lontani i tempi della BBC, ha trovato una nuova quadratura, il “piacere di difendere”.
Mancava un pezzo, un principio su cui Allegri ha sempre battuto forte, nelle dichiarazioni pre e post partita, come durante gli allenamenti: la pulizia tecnica, il fondamentale del passaggio, il palleggio per gestire i ritmi della partita. Ieri sera, contro la Sampdoria, la Juventus ha fatto una partita tecnicamente buona, soprattutto nel primo tempo. Grossa parte del merito sta nei piedi e nel cervello di Arthur che ha gestito il pallone in maniera ineccepibile, accelerando e congelando il gioco a seconda dei momenti, senza sbavature.
Inoltre, anche ieri sera Manuel Locatelli ha dimostrato il suo peso in fase offensiva: lo si è detto diverse volte nelle ultime settimane ed è necessario ribadirlo: slegato dalla posizione di play basso, dà il meglio di sé. Nella sfortuna dei tanti infortuni, quindi, un’opportunità che sta mostrando i suoi frutti: sì, Arthur e Locatelli possono giocare insieme. Sì, Arthur e Locatelli devono giocare insieme, perché sono complementari e uno fa bene all’altro. Ci sono volute le assenze ma, come si suol dire, meglio tardi che mai.
Mancava un pezzo, un principio su cui Allegri ha sempre battuto forte, nelle dichiarazioni pre e post partita, come durante gli allenamenti: la pulizia tecnica, il fondamentale del passaggio, il palleggio per gestire i ritmi della partita. Ieri sera, contro la Sampdoria, la Juventus ha fatto una partita tecnicamente buona, soprattutto nel primo tempo. Grossa parte del merito sta nei piedi e nel cervello di Arthur che ha gestito il pallone in maniera ineccepibile, accelerando e congelando il gioco a seconda dei momenti, senza sbavature.
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