Massimiliano Allegri presenta in conferenza stampa la sfida con il Chelsea. 

FORMAZIONI - "Non ho da stupire, ho un po' di idee... diciamo confuse! Domattina decido chi far giocare. A parte Ramsey tutti a disposizione, Rabiot è a disposizione. Domani bisogna fare come ha detto Giorgio, ha detto tutto lui fortunatamente, ci vuole una partita tecnica, Tuchel ha fatto grande lavoro, ha dato solidità. Sono molto forti in contropiede e sulle palle inattive: sarà un gran test, poi magari non lo prendiamo. Nel calcio succede questo. Ma serve pazienza con la palla, non è facile avere varchi e stare in campo".

DIFESA A 3 - "Quello è il primo dubbio. L'ho già detto, è questione di come hai la palla e non di numeri".

La sentenza: 'Allegri non sa dare un'identità alla Juve'
FORMAZIONE - "Sicuri in campo Szczesny, Locatelli e Alex Sandro"

COSA SI ASPETTA - "Giovani non sono... chi ha meno esperienza internazionale, mi aspetto e l'ho detto anche alla squadra: voglio vedere una bella partita tecnica, pulita, ci vuole pazienza e bisogna divertirsi a giocare queste partite. Hanno stimolo, attenzione naturale altrimenti saremmo folli. Ma serve una partita internazionale. Abbiamo davanti una squadra che se sbagli una volta e ti punisce. Voi direte: succede anche in Italia. Ma serve una partita pulita tecnicamente. Vuol dire giocare bene".

RABIOT - "Anche lui è sulla falsa riga di Bernardeschi. La differenza nei giocatori, alla Juventus uno difficilmente può essere discusso. La differenza nella carriera passa nella testa, dall'obiettivo personale al servizio della squadra. Dalla voglia di migliorarsi e mettersi in discussione. Dagli allenamenti, dalla cattiveria che ci mettono. La carriera passa da lì, fa quello la differenza. Quanti giocatori bravi si sono persi? Perché mancava un pezzetto. Io fossi in lui sarei arrabbiato con me stesso, è il terzo anno qui, avrà fatto dieci gol in due campionati. Non esiste! Deve partire prima, calciare meglio.... sono tutte cose che deve migliorare. Credo che quest'anno lo farà". 

SUGGERIMENTI - "Abbiamo giocatori con caratteristiche diverse, cercherò di mettere i due o tre davanti a seconda delle caratteristiche. Deciderò domattina".

RABIOT - "E' a disposizione. La caviglia sta bene". 

BERNARDESCHI - "Ha fatto una buona partita, ha ottime potenzialità inespresse. Ha un motore talmente importante a livello di gamba, che gioca ogni tanto da fantasista. Ma non è il suo ruolo. Deve fare partita di sostanza, ma poi arriva al tiro in un certo modo. Con la Samp buona partita, così come ha fatto quando è stato chiamato in causa. Tutto parte dalla testa, dalla cattiveria nel giocare nelle partite. Quando hai soprattutto la palla".

DANILO - "Domani gioca. Vi ho dato anche un premio. Più avanti? Non so se giocherà col Torino... in mezzo? Vedremo, non lo so!"

ARTHUR - "E' ancora molto indietro. Ha fatto test fisici, nella sosta giocheremo due amichevoli e cercheremo di metterli in condizione in breve tempo e per far giocare chi ha fatto meno".

BENTANCUR - "Una mia convinzione è sempre stata che Bentancur sia cresciuto tanto. Domenica poteva fare gol, ha fatto fare grande parata ad Audero. Da solo, per me, non può fare la regia di una squadra. Ha bisogno di una collaborazione. E Locatelli può dargliela e se la dividono. Locatelli non è pronto per farla da solo. Quando sono insieme possono arrivare al 100%".

KEAN - "Responsabilità non ne deve avere. Deve giocare una partita e fare gol. Una cosa che sa fare è fare gol. Calcia bene, attacca bene la profondità, chiude bene l'azione. Deve migliorare quando deve giocare con la squadra. Sui controlli, la tecnica. Diciamo sui ruoli. Per l'età che ha, ha già una bell'esperienza". 

CHIESA - "Mi aspetto ciò che sta facendo e ancora meglio. Credo che abbia fatto molto bene perché per arrivare alla Juve e fare un'annata così non era semplice. Poi l'Europeo ha segnato gol decisivi e questo l'ha messo nella condizione in cui non è più un ragazzo, si è assottigliato il margine d'errore. La crescita non ha ampio raggio, ma s'è accorciato. Quest'anno è più importante e più difficile". 

CLAUSOLA CHAMPIONS - "Ce l'ho! E' un'ambizione, è un desiderio. Ognuno di noi deve avere un'ambizione, così si fanno cose eccezionali. Sarà una serata magnifica a prescindere da come finirà. Bisogna avere l'entusiasmo, la voglia, l'emozione di giocare queste partite. E' questo che ti porta a fare cose straordinarie. Tutti lavorano per fare il massimo, solo così si arriva in cima. Porsi l'obiettivo di passare il girone... no, niente! Il desiderio nostro è arrivare in finale, poi non so se ci arriveremo. Ma è un obiettivo che bisogna andare a prendere, uguale lo scudetto. E' questo che fa la differenza, è ambizione personale, è amor proprio, per stare in una grande squadra. Non è poi che si può vincere sempre, perché è una cosa straordinaria. Però è quello. E' il desiderio che dobbiamo avere". 

PREMIER - "Non so se è più bello o brutto, quello italiano è diverso dal campionato inglese, dallo spagnolo, tedesco. C'è una cultura diversa in Inghilterra: non ho mai allenato lì, ma vedendo le partite e i racconti la gente che va allo stadio tifa per la sua squadra e non contro gli altri. La gente va allo stadio per tifare la propria squadra e incitare i giocatori, in Italia è diversa: si va a tifare contro. Che loro abbiano più risorse economiche, è un dato di fatto. 3 miliardi e 6, il prezzo di vendita della Premier. C'è poco da fare. Gli italiani ci provano comunque, si arrangiano, è nel dna della nostra Nazione. Non dobbiamo diventare Spagna, Francia o Germania. Siamo l'Italia, piaccia o non piaccia. Si può migliorare. Anche le strutture sono diverse, noi ci avviciniamo ai tedeschi ma non agli inglesi. Le partite son belle. Mi piace imparare e ascoltare. Lo 0-0 a tanti non piace perché magari non colgono il dettagli nel difendere... i difensori sono uguali agli attaccanti quando fanno belle partite. Mi sono chiesto perché tutti questi gol: sento parlare che è cambiato il calcio, e può essere. Ma lo valuteremo tra un anno. Un anno e mezzo senza tifosi e le pressioni... nemmeno la pentola! Fino a marzo e aprile non puoi sapere se il calcio è cambiato. E' cambiato per il risultato? Non lo so. Ci sono pochi dati che possono confermarlo. A marzo, quando c'è da vincere lo scudetto perché i punti pesano. In Italia siamo bellissimi: uno fa un tiro in porta, 35 milioni. Cambiano i risultati ed è cambiato il calcio. Ma ci vuole calma".