Parlare di certezze, in un'amichevole in cui, per un motivo o per l'altro, la formazione che si è presentata in campo è parsa più virtuale che reale, può quasi sembrare un paradosso. Eppure è così, anche in una serata che è servita "solo" a mettere minuti nelle gambe in vista degli impegni che contano sul serio Massimiliano Allegri è ripartito da lì, dai capisaldi del suo stile di gioco, quei pilastri che soltanto un mese fa o poco più hanno consentito alla Juve di chiudere la prima parte di stagione al terzo posto in classifica, dopo un inizio che non faceva presagire nulla di buono.

Innanzitutto il modulo, il buon vecchio 3-5-2: il tecnico livornese lo ha adottato anche ieri sera contro l'Arsenal, seppur con la leggera variante del 3-5-1-1 con Fabio Miretti alle spalle (o al fianco) di Moise Kean, unica vera punta a disposizione escludendo il giovanissimo Leonardo Cerri. La scelta, evidentemente, ha funzionato, come del resto aveva già dimostrato di dare buoni frutti prima della sosta, aiutando la squadra a ritrovare solidità e certezze nonostante le numerose assenze solo in parte colmate dagli innesti dal "basso".

Arsenal-Juve 0-2: i bianconeri si impongono con i giovani, decisivo Iling nel finale
E poi la difesa, vero cuore del credo allegriano. Anche contro l'Arsenal, anche all'Emirates Stadium, la Juve ha messo in cascina l'ennesimo clean sheet della stagione, pur sempre sintomo di una prova di forza generale, e non solo del reparto più arretrato, per quanto una parte del merito sia doverosamente da attribuire anche ai portieri (e in questo senso Mattia Perin si è confermato nuovamente una garanzia di affidabilità, ma anche la "vetrina" concessa a Carlo Pinsoglio ha lasciato buone sensazioni).

Infine, sempre per restare sul tema delle certezze "paradossali", impossibile non citare Samuel Iling-Junior. A 19 anni appena compiuti l'esterno di nazionalità inglese non è già più una sorpresa, o forse lo è stato ieri sera ma solo nella misura in cui il periodo di stop forzato per l'infortunio lasciava presagire una partenza più lenta, a ritmo basso. A questo punto, difficile davvero pensare che possa essere lasciato in panchina...