Si riparte da lì, da Juventus-Inter, da una serata amara che però qualche nota positiva l'ha sicuramente lasciata. Una di queste è l'efficacia del modulo proposto da Massimiliano Allegri, quel 4-2-3-1 che il tecnico livornese aveva già schierato nel 2016-17, con la squadra bianconera forse più bella del ciclo d'oro, capace di dominare in campionato, vincere la Coppa Italia e arrivare in finale di Champions League, per poi arrendersi solo al Real Madrid. Come riflette Tuttosport, contro i nerazzurri l'allenatore è tornato su uno scacchiere simile a quello di cinque anni fa anche per l'attitudine offensiva degli interpreti, due dei quali peraltro gli stessi: Cuadrado a destra e Dybala al centro nel trio, che allora era completato da Mandzukic (oggi Morata) e Higuain (ora Vlahovic). Stando ai dati, l'equilibrio non è mancato, tanto che i bianconeri hanno concesso all'Inter solo cinque conclusioni e sono andati al tiro 23 volte (che poi il gol non sia arrivato è un altro discorso).

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Si riparte da lì, dicevamo, perché questo 4-2-3-1 potrebbe diventare proprio l'assetto tattico principale per la prossima stagione, considerati anche gli obiettivi di mercato sui quali il club sta lavorando: Zaniolo, per esempio, sarebbe in grado di esaltarsi proprio nella posizione occupata domenica sera da Dybala, duettando con Vlahovic e servendolo in profondità. Della situazione, però, potrebbero beneficiare anche un centrocampista come Milinkovic-Savic o un attaccante come Raspadori, soprattutto se si alzasse la qualità del centrocampo con Jorginho, Pogba o Sanches, ma anche con la crescita di Locatelli, Rabiot, Zakaria e, se dovesse restare, Arthur. Perfetti nel 4-2-3-1 anche il "nuovo acquisto" Chiesa e lo stesso Morata, che la Juve punta a riscattare dall'Atletico Madrid: entrambi, infatti, garantiscono ripiegamenti difensivi e pericolosità offensiva, con Cuadrado (ma anche Kean o Raspadori) alternativa di lusso.