Come cambiano, i tempi. E come cambiano le dinamiche. Un anno fa, Massimiliano Allegri si diceva pronto a tornare in sella ma mai si sarebbe aspettato - un anno dopo - di farlo proprio da dove si era interrotta la sua carriera, e cioè la Juventus. Un anno fa, poi, Paulo Dybala confidava in Andrea Pirlo dopo la (per lui forte) delusione dell'addio di Maurizio Sarri: sembrava rinato, qualche infortunio di troppo eppure il suo ruolo non era mai stato in discussione. Di certo, mai si sarebbe aspettato di annaspare nell'annata che si sarebbe aperta poi qualche mese più tardi, tra covid e stop, quel ginocchio ballerino e la fatica bestiale a trovare un briciolo di continuità. Anche per le scelte del 'fu' Maestro. 

Rinnovo Dybala: 'Rapporti distesi, ottimismo Juve. Il prossimo incontro...'
E OGGI? - In tutto questo c'è stato il ruolo centrale e cruciale del rinnovo: le parti si sono parlate, hanno valutato le proprie esigenze e queste non si sono incontrate. A quel punto è sembrato tutto finito, una grande e bella storia d'amore conclusa con il più sensato dei 'nulla di fatto'. Non ha reagito, Dybala: aspettava il campo. Reagì invece la Juventus, con le dichiarazioni di Agnelli prima e Nedved poi: al dieci era stata fatta un'offerta che per la società era congrua al suo valore e alla sua stagione. E amarsi ancora sarebbe stato un compromesso, per tutti, con Paulo in primis a dover fare un passo indietro. A guardarle con gli occhi di oggi, le parole di allora risuonano come l'ultimo riecheggiare di un'eco lontana. E' stato lo stesso Nedved, in conferenza, a ribadire una nuova centralità della Joya, a parlare con toni distensivi, a mettere sale e pepe sulla trattativa per il rinnovo, che a proposito di condimenti quasi sembra liscia come l'olio. Cos'è cambiato? La Juventus. Forse anche l'atteggiamento di Dybala, di sicuro quello della società. Le parole di Nedved, che un anno fa l'aveva messo sul mercato, sono la controprova: alla Juve, la virtù si è fatta necessità. Mai il contrario.