Tutti aspettano. E tra questi, c'è chiaramente Angel Di Maria, direttamente dal ritiro dell'Argentina. Il Fideo è il primo spettatore e naturalmente il più interessato: l'affaccio è sul proprio futuro, ancora diviso tra la Juventus e il Barcellona, con gradazioni oggi più blaugrana. Dopo il grande avvicinamento al club torinese, di fatto l'affondo del Barça ha avuto segnali incoraggianti, si è incastrato tra le crepe evidenti dell'annosa trattativa tra bianconeri ed entourage del Fideo. 

LA SITUAZIONE - Oggi, la mossa, forse decisiva, l'ha fatta Jorge Mendes. Il procuratore portoghese è uno degli intermediari dell'affare, anche lui è stato al centro dei colloqui che la Juventus ha avuto per portare a casa Di Maria. E' stato visto a Barcellona, sorridente e pronto a incontrare la dirigenza catalana. Cos'è emerso, lo scopriremo evidentemente a strettissimo giro. Di sicuro si partiva da una base di partenza solidissima: i blaugrana pronti a consegnare un anno di contratto al Fideo da 7 milioni di euro, bonus inclusi. Il fisso - 5 milioni - leggermente inferiore alla proposta juventina, che cercava però di sbloccare il secondo anno di contratto per usufruire il Decreto Crescita. Una sorta di giusto mezzo, ma stavolta Aristotele non c'entra: l'unica filosofia di Di Maria è quella della nostalgia del ritorno, la volontà di far parte quanto prima del Rosario Central. Un solo anno, poi casa: il Barça è disposto ad accontentarlo su tutto? Difficile. Certamente non ha fatto gli stessi sforzi della Juventus.