C’è un che di paradossale nel mercato della Juve di questa stagione: prima la partenza con il botto con gli arrivi di De Ligt e Rabiot, poi il buio. A parte l’operazione Cancelo/Danilo, il mercato bianconero si è incagliato di fronte alla questione esuberi. Circola una voce fastidiosa per quanto, al momento, fondata: la Juve fatica a vendere.

PROBLEMI PASSATI - Facciamo un passo indietro allo scorso gennaio. Medhi Benatia vuole andarsene. Non accetta di essere considerato una riserva all’interno della rosa bianconera e, in più, i suoi rapporti con Massimiliano Allegri non sono propriamente idilliaci. La Juve, al contrario, ha necessità di tenerlo. Nasce un braccio di ferro che si risolve con la cessione del marocchino ai quatarioti dell’Al-Duhail e con l’ingaggio, in tutta fretta, di Martin Caceres dalla Lazio. Sempre in gennaio, sembrava fatta per il passaggio di Spinazzola in prestito al Bologna ma il diniego del giocatore ha fatto saltare la trattativa messa in piedi dalla Juve.

Dall’Inghilterra: la Juve fa il prezzo per Dybala
PROBLEMI PRESENTI - Ed ora veniamo a questa estate. Sono tanti i giocatori che la Juve vuole, o vorrebbe cedere: Dybala, Higuain, Mandzukic, Matuidi, Khedira e Rugani. Per ognuno di essi, nessuno escluso, la Juve ha preso contatti, lanciato abboccamenti, aperto piste che, alla fine dei conti, si sono rivelate infruttose. Ad oggi la volontà dei giocatori sopra è stata più forte di quella della società: Dybala ha rifiutato Manchester United (facendo saltare lo scambio con Lukaku) e Tottenham; Higuain ha detto no alla Roma; Mandzukic non è approdato ai Red Devils e sembra tramontata pure la pista Bayern Monaco; Matuidi vuole restare a Torino nonostante abbia offerte dalla Francia; Khedira, prima di aver convinto Maurizio Sarri, ha rifiutato Fenerbahce ed altre destinazioni come Arsenal e Wolverhampton. Resta Rugani che, nonostante sembra l’unico con le valigie in mano, si allena ancora regolarmente alla Continassa. Il risultato è una rosa extralarge, un bilancio appesantito, ed una lista Champions che vedrà esclusi nomi davvero importanti. Come sono lontani i tempi nei quali vi erano giocatori capaci di rifiutare la Juve (vedi il caso Di Natale dell’agosto 2010). Oggi è assai difficile lasciare questa società. Gli stipendi da top club, la visibilità internazionale, le vittorie in serie ed i ricchi premi ad esse legati fungono da calamita per ogni giocatore. Resta da chiedersi invece come mai una dirigenza capace di trasformare la traballante Juve del periodo post calciopoli nel colosso del calcio mondiale che è oggi faccia così tremendamente fatica ad imporre la propria idea tecnica ed aziendale ai propri giocatori.

PROBLEMI FUTURI - Quello degli esuberi può rivelarsi un problema più grave del previsto. Gli investimenti sarebbero bloccati dai mancati introiti ed il peso a bilancio di ingaggi molto pesanti non permetterebbe alcuna manovra. L’unica via d’uscita sarebbe quella di far cassa con giocatori “non sacrificabili”. Si tratterebbe di una forma di debolezza che la dirigenza bianconera non potrebbe assolutamente permettersi.