363 giorni dopo quel terribile infortunio Federico Chiesa è di nuovo lì, "al centro del villaggio". Forse non è ancora al top della condizione (e già questa è una buona notizia, pensando a quello che potrà offrire quando lo sarà), ma l'esterno classe 1997 sta iniziando a dare sempre più prove della sua indiscutibile classe, tra gli applausi del pubblico bianconero che non può fare a meno di pensare a quanto sia mancato nell'ultimo anno. Ad ogni modo il passato è passato, e non si può fare nulla per cambiarlo. Piuttosto, si può guardare con fiducia al futuro, un futuro di cui Chiesa vuole essere assoluto protagonista con la maglia della Juve.

Dopo i primi lampi fatti vedere con la Cremonese, ieri sera contro l'Udinese l'azzurro è stato letteralmente un'arma in più per la squadra di Massimiliano Allegri, con un assist al bacio per il gol di Danilo allo scadere che ha fatto esplodere di gioia l'Allianz Stadium in una serata già particolarmente speciale (anche) per lui che ha voluto ricordare con gratitudine e affetto Gianluca Vialli, dedicandogli senza esitazione la vittoria.

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Al di là di ciò, il Federico di oggi sta iniziando ad assomigliare sempre più a quello "di una volta", quello che con le sue accelerazioni seminava il panico tra le difese avversarie e con le sue sgasate dava sempre l'impressione di poter estrarre il coniglio dal cilindro da un momento all'altro. Con un Chiesa così, la rimonta scudetto sembra un'impresa un po' più semplice, in cui forse, sotto sotto, crede seriamente anche lui. Ed effettivamente, dopo aver lottato per un anno per recuperare dall'infortunio, perché non dovrebbe farlo?