Chissà se prima di dare il colpo sotto al pallone, nella testa di Federico Chiesa sia balenata una versione con inflessione toscana del celebre “mò je faccio er cucchiaio”. Come quello di Francesco Totti, però, il tiro è calibrato alla precisione, per parabola e forza impressa; manca un po’ di precisione, perché la sfera si infrange sulla traversa e rientra in campo. Oltre ai colpi che hanno intrattenuto i presenti nella tribunetta del Training Center della Continassa, il numero 7 della Juventus è apparso uno dei più in forma e pimpanti nell’allenamento mattutino odierno.
 
Chiesa corre, e come corre, quasi volesse lasciare solchi sul terreno e dare lavoro ai manutentori incaricati della cura del campo. Sta bene e si vede, vuole giocare e si vede. Domenica di fronte ci sarà la sua ex squadra, magari nessuna particolare voglia di rivalsa, ma si sa che sfidare il club dove si è cresciuti dà sempre un sapore particolare.
 
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La sensazione è che Massimiliano Allegri opterà ancora per il 3-5-2. In questo scenario, la poltrona è per due: Di Maria e Chiesa per il posto da sotto punta, dietro Vlahovic. Un ballottaggio da sciogliere per il tecnico livornese, che lo mette in difficoltà ma per una volta in positivo, il problema è l’abbondanza. Intanto Federico corre, incanta e manda la sua candidatura per un posto tra i primi undici.