Chiesa largo a sinistra? No, forse, sì, ma tra qualche tempo. Il match di mercoledì sera contro lo Spezia ha dato diverse indicazioni (e conferme) alla Juventus sul numero 22, prima tra tutte la sua fondamentale importanza dal punto di vista tecnico e della mentalità per una squadra che sembra ancora alla disperata ricerca di punti di riferimento, di uomini capaci di strappare le partite con l'intensità agonistica, la giusta rabbia e soprattutto giocate di qualità. 

Ma non solo, perchè l'incontro infrasettimanale di campionato ha aperto un interessante squarcio anche sul futuro tattico della formazione di Massimiliano Allegri: partito sulla destra nell'ormai consueto 4-4-2 con al centro la coppia Bentancur-McKennie e Rabiot sull'altro lato, nel corso del secondo tempo l'ex Fiorentina si è spostato largo a sinistra in una posizione già vista con Andrea Pirlo, che ne ha esaltato ulteriormente la pericolosità e le doti di spinta portandolo quasi a pestare la linea di fondo campo. E se al momento il tecnico livornese non pare voler rinunciare al francese ex PSG nel ruolo di falso esterno, l'approdo naturale di questa Juventus sembra proprio il 4-2-3-1, con Dybala dietro a Morata e il duo Chiesa-Cuadrado ai fianchi dell'argentino. Se l'azzurro classe 1997 si adattasse sulla sinistra, la squadra di Allegri potrebbe contare tanto sui suoi affondi quanto sul peso offensivo del colombiano, altra pedina strategica nello scacchiere bianconero anche in termini di costanza e continuità di rendimento.
Che sia questa la chiave giusta? Sarà il tempo a dirlo.