Juve contro Inter è anche Shade contro Il Pagante. Due volte della musica italiana, versione rap e Hip Hop, uno tifoso bianconero, l'altro nerazzurro, che si sono sfidati tra sfottò a Conte e non solo. 

Shade si è anche raccontato alla Gazzetta dello Sport: “È la mia grande passione, da bambino vedevo mio padre felice nel vedere la Juventus in tv: una sensazione bellissima, mi è sempre rimasta dentro. Ho pure lavorato allo store ufficiale della Juve. Mi ero disamorato soltanto dopo i fatti di piazza San Carlo che avevo visto da vicino. È durata poco: mi sono innamorato un’altra volta dopo un mesetto...”.

E oggi, nel silenzio dell’Allianz, c’è l’Inter del suo amico e collega Eddy Veerus: che ricordi ha del derby d’Italia?
“Nel 2005-06 dopo un gol di Del Piero ho esultato talmente tanto in un pub di Torino che mi è uscito il sangue dal naso: certi decibel non li ho raggiunti mai neanche sul palco!”.

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Cosa urlerebbe, invece, a Conte?
“Il Conte giocatore e allenatore è uno di quelli che, se non fosse stato alla Juve, avrei detestato... Una specie di Cambiasso alla rovescia: all’Inter non mi andava giù, ma sono sicuro che, se lo avessi avuto qui a Torino, lo avrei adorato. Adesso fa strano vedere Conte interista perché so quanto sia juventino sfegatato: non lo considererò mai come un vero rivale e non mi ha neanche dato particolare gioia batterlo all’andata”.

E di Sarri che dire, invece?
“Per autocitarmi: ‘Bene, ma non benissimo...’. Se ho sostenuto Del Neri e Zaccheroni, direi che posso comunque continuare a sostenere anche Sarri. Certo qualcosa non va, soprattutto nel centrocampo che è lontanissimo parente rispetto a quello dell’epoca d’oro. Sarri aveva pure fatto bene all’inizio, quando dopo tempo la squadra riusciva a fare 5-6 passaggi di fila, ma poi invece...”.

Ecco, a quel punto cosa è successo?
“Dopo l’andata contro l’Inter, che è stata un massacro, c’è stato un incredibile black out. Speravo che la Champions risvegliasse la fame della squadra e, invece, è andata come è andata a Lione. Se in campo ci fossero 11 Ronaldo - non dico tecnicamente perché sarebbe impossibile -, se ci fossero 11 giocatori focalizzati solo sull’obiettivo, sarebbe tutto diverso”.

Ronaldo ha cambiato la sua prospettiva di tifoso?
“Il giorno più bello della mia vita non è quello in cui ho preso il disco d’oro o sono andato a Sanremo. Il giorno più bello è il 27 maggio 2019, data della Partita del Cuore quando allo Stadium ho marcato sua maestà Cristiano. A volte ancora non credo possa essere qua con noi. Anzi, a volte, vedendo quanto giochiamo male, sono quasi in imbarazzo per lui. Penserà: ‘Ma dove sono capitato?!?’”.

La sfida a colpi di rap: