“Io ho un contratto di due anni, sono un privilegiato a lavorare alla Juventus. Poi nell'arco della vita ci sono difficoltà, momenti in cui le cose non vanno bene, bisogna affrontarle avendo chiare le progettazioni del futuro. Sono un aziendalista, mi sento anche la responsabilità di aggiungere valore ai giocatori. Pensiamo a finire bene la stagione. Poi bisogna avere obiettivi chiari per la prossima, la Juve deve programmare il futuro con tutta la voglia di migliorare sapendo che dovrà tornare a vincere. Se ci riusciremo l'anno prossimo non lo so, ma ci metteremo tutto l'impegno possibile”.
E quindi cosa ne sarà del futuro del tecnico livornese? Cosa c’è dietro le parole in conferenza stampa? Secondo quanto riporta calciomercato.com: “riavvolgendo il nastro al momento in cui era stato designato ministro unico dello sport di questo governo tecnico da John Elkann, il patto era quello di andare avanti insieme in caso di qualificazione Champions. Ed è quello il tassello ancora mancante, per quanto Allegri non sia mai stato centrale e saldo al suo posto come appare in questo momento, per quanto Allegri appaia un allenatore (in realtà molto di più) non esonerabile o quasi. Ad oggi è lui il perno della Juve che parla di calcio, anche per domani. Ad oggi Allegri vuole restare e costruire una Juve da scudetto, ma prima deve capire come e quando terminerà questa stagione surreale con tutte le scorie che si porta appresso”.