Juventus-Inter 2-0, Juventus-Milan 0-0, Napoli-Juventus 0-0, Bologna-Juventus 0-2. Certo, la finale di Coppa Italia contro i partenopei si è conclusa con la sconfitta ai calci di rigore, macchia che lascia ancora qualche scoria negativa, ma queste quattro partite hanno un denominatore comune, ovvero il clean sheet. Se si crede che sia un dato di poco conto, ci si sbaglia di grosso, perché alla fine chi vice il campionato è spesso e volentieri chi vanta la miglior difesa, e dunque chi subisce pochi gol. La squadra di Sarri ne ha subiti zero nelle ultime quattro partite disputate, raddoppiando la precedente striscia utile di zero reti incassate nelle vittorie contro Spal e Bayer Leverkusen (2-0 e 3-0), tra ottobre e novembre. Finalmente, i movimenti della fase difensiva sembrano essere stati assimilati dalla squadra, che ha pagato inizialmente il cambio da Allegri a Sarri, due allenatori che impostano in maniera opposta la retroguardia.

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FATTORE DE LIGT Miglioramenti del collettivo, ma anche individuali, soprattutto da parte di Matthijs De Ligt. L’olandese merita un capitolo a parte, perché è arrivato a Torino con il peso dei 75 milioni più 10,5 di bonus versati nelle casse dell’Ajax, e con l’etichetta del predestinato. All’età di 20 anni. Macigni che hanno inizialmente affossato le sue possenti spalle, ma che ora trasporta con il carisma da leader.

DURO LAVORO - Cultura differente, sia linguistica che calcistica. De Ligt si è scontrato con un mondo differente da quello olandese, pagando inizialmente dazio, anche con qualche fallo di mano di troppo che stava assumendo i contorni di una telenovela comica. Tutto spazzato via nel giro di qualche mese. L’emblema la partita contro il Lione in cui è salito in cattedra nelle veci di leader. Poi il lockdown che, nella sua disgrazia, gli ha permesso di affinare l’italiano, per una comunicazione più fluida con i suoi compagni. Tanti piccoli tasselli che hanno formato l’olandese, decisivo nella crescita del reparto difensivo. Un miglioramento del collettivo, ma che passa anche dai singoli, soprattutto da De Ligt.